La Corte d’Appello di Trento, riconoscendo la validità del certificato di nascita di uno Stato estero che afferma la doppia paternità, applica per la prima volta i principi già enunciati dalla Cassazione. Cade così l’esclusività del rapporto genetico/biologico per la costituzione dello status giuridico di genitore e figlio. Da oggi, due gemelli, nati nell’ambito del progetto di genitorialità di una coppia omosessuale attraverso la procreazione assistita, hanno due padri. Si tratta del primo caso in Italia che riconosce che un bambino nato con la maternità surrogata ha due papà. La Corte afferma che negare a un bambino di avere due genitori lede i suoi diritti fondamentali di essere umano. La volontà di cura e l’assunzione di responsabilità prevalgono sul legame biologico.
Dal testo emerge l’assoluta indifferenza delle tecniche di procreazione con cui, all’estero, è nato il minore, ma anche l’esigenza di salvaguardare il diritto del bambino alla continuità dello status filiationis nei confronti di entrambi i genitori. L’ordinanza è di assoluta rilevanza, in quanto per la prima volta un giudice di merito applica, in una coppia di due padri, i principi enunciati dalla Cassazione, con la sentenza n. 19599/2016, in tema di trascrizione dell’atto di nascita straniero recante l’indicazione di due genitori dello stesso sesso.