È difficile non innamorarsi della musica di H.e.r., violinista, attrice e compositrice di raro talento. Erma Pia Castriota testimonia che è ancora possibile in Italia avere artisti anti conformisti, totalmente dediti all’arte, quasi come se fosse una religione. Una fede in cui è ancora possibile contraddirsi, cambiare, evolvere in una continua esplorazione artistica che ha come unico scopo quello di fare arte. Nel suo lavoro unisce la tradizione più profonda del Sud con la sperimentazione artistica più ardita e irrequieta.
Nasce a S. Giovanni Rotondo (Fg). Si diploma in violino al conservatorio di Benevento e in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Foggia. Debutta nel 1993 firmando le musiche per “La bottega del caffè” con Mastelloni e i “Dialoghi mancati” con Herlitzka. Nel 1995 collabora con Giovanni Albanese alle scenografie del film “Silenzio si nasce” di Veronesi con Sergio Castellitto e Paolo Rossi. Nel 1997 entra nei Nidi D’Arac, gruppo molto conosciuto per la rivisitazione in chiave moderna della musica etnica salentina. Ha collaborato con gli Agricantus (“Ethnosphere”), Lucilla Galeazzi (“Lunario”), Eugenio Bennato (Taranta Power) e il gruppo romano Radici nel Cemento. Ha anche collaborato con Roy Paci in un percorso sperimentale a metà tra la musica elettronica e acustica. Dal 2005 è stabilmente nel gruppo di Teresa De Sio partecipando sia nel disco che nel tour “A Sud! A Sud!”. Nel 2008 esordisce come autrice per Sony Bmg con la canzone Primadonna cantata da Donatella Rettore. H.e.r. alterna la sua attività di concertista con quella di musicista di scena e autrice delle musiche in diversi spettacoli teatrali, tra i quali “Voilà” di Vincenzo Schino e “Dignità Autonome di Prostituzione” di Luciano Melchionna, che a dicembre tornerà a Napoli al teatro Bellini.
H.e.r. hai suonato in due brani dell’ultimo cd di Morrissey (ex The Smiths), uscito in questi giorni. Che esperienza è stata?
Un’esperienza assolutamente emozionante. Morrissey è ritenuto uno dei più grandi parolieri della storia della musica britannica. Tutte le persone della mia età sono cresciute con la sua musica. Il suo post punk, melanconico e così profondo, è stato per me fonte di grande ispirazione da adolescente. Erano anni in cui prevaleva la musica dance, per chi cercava anche altro come me, Morrissey fu davvero rivelatore.
Come sei stata coinvolta nel progetto?
Cercavano qualcuno che potesse improvvisare con il violino senza partitura e Diego Buongiorno ha pensato a me. Ho suonato in due brani del disco, “Israel”e “Girl from Tel Aviv”. Si tratta di uno splendido disco con tematiche pacifiste e molto complesse.
Sei coinvolta anche in un secondo progetto inglese.
Sì, il mio singolo ‘Of All Things’ è uscito il 30 ottobre in esclusiva per la britannica “One More Compilation Vol. 3”, una “selection” di musica internazionale e raffinata, dark|dream|pop|rock&soul. Si tratta di un primo brano di un mio prossimo cd con la H.E.R. & PM che uscirà l’anno prossimo. La caratteristica del progetto è quella di usare il violino in contesto pop come se fosse una voce.
Qualche mese fa è uscito “Erma, una lettera e un violino” che è il quarto episodio di Past Forward, la serie per il web prodotta da Apulia Film Commission. Com’è nato il progetto?
Il docu-film parla della mia personale morte e resurrezione, un percorso che mi ha permesso di liberarmi sia umanamente che artisticamente. Un viaggio iniziato anni fa, che ha avuto il suo apice quando a 30 anni sono diventata definitivamente donna. Vi è un richiamo al concetto di pietas. La pietà cattolica della Vergine per il Cristo morto ha dei rimandi culturali antichissimi. Per esempio il mito di Cibele e Attis. Il concetto di morte e resurrezione è un tema ancora modernissimo.
Il docu–film tratta anche di una tematica universale come l’accettazione da parte di una madre della morte metaforica di un figlio maschio. Un tema profondamente legato alla Puglia. Raramente una madre del sud lascia fare al proprio figlio il suo percorso senza mettere la sua impronta. Mia madre ha invece avuto la forza di lasciarmi andare per la mia strada.
Di Luca Fortis
Giornalista professionista, laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Cattolica di Milano. Un pizzico di sangue iraniano e una grande passione per l’Africa e il Medioriente. Specializzato in reportage dal Medio Oriente e dal Mediterraneo, dal 2017 vive a Napoli dove si occupa di cultura e quartieri popolari e periferici.