Dal Lago del Turano a Isola del Liri, sette mete per scoprire il Lazio segreto, tra arte, storia e natura.
Non solo Roma e le celebri bellezze della Tuscia. Accanto alle località più note, come Civita di Bagnoregio, Calcata o il Parco dei mostri di Bomarzo, il Lazio offre una costellazione di luoghi meno conosciuti ma altrettanto ricchi di fascino. Ne abbiamo scelti sette per voi, per riscoprire le geografie della prossimità, oasi nascoste dietro l’angolo e mete incantevoli poco distanti dalla città.
1 | La “piccola Svizzera”: Castel di Tora e il lago del Turano
Il lago del Turano è uno splendido specchio per le nuvole, cinto dal verde perché disteso nella Riserva naturale Monte Navegna e Monte Cervia, in provincia di Rieti. Percorrendo il ponte sul lago si arriva a Castel di Tora, un presepe arroccato su un promontorio roccioso, con un castello sulla cima, vicoli di pietra silenziosi e il profumo di timo e ginestre. Sul versante opposto c’è invece Colle di Tora, un piccolo borgo dalle case bianche costruito su una lingua di terra che si insinua nel lago. Il perimetro è cadenzato da spiaggette attrezzate e punti ristoro dai quali godere del paesaggio, mentre gli amanti delle camminate possono scoprire castagneti secolari, il volo delle poiane e delle aquile reali, il borgo fantasma di Antuni e l’Eremo di San Salvatore.
• Ristorante panoramico consigliato: “L’angoletto”.
• Per le escursioni con le guide specializzate (riserva, borgo di Antuni ed eremo) contattare l’associazione “Camminando con”.
Appena fuori dal centro di Civitella d’Agliano, in prossimità del confine con l’Umbria, si trova un posto magico: il parco d’arte La Serpara. “Quando più di trent’anni fa mia moglie ed io scoprimmo la valle de La Serpara, ci parve un diamante grezzo, da far scintillare e diventare un gioiello. Fin da subito fu chiaro che sarebbe stata una sfida titanica. Da allora lavoriamo ogni giorno sul giardino in modo tale da integrare tra loro natura e opere d’arte”: sono eloquenti le parole di Paul Wiedmer, che ha creato un angolo fuori dal mondo insieme alla moglie, Jacqueline Dolder. Questo artista svizzero, le cui opere simbolo sono sculture di fuoco e ferro che acquistano vitalità grazie alla fiamma, è stato sin da giovane assistente degli artisti del Nouveau Réalism, come Niki de Saint Phalle, non a caso l’ideatrice del famoso “Giardino dei Tarocchi” di Capalbio. Inoltre, da oltre 20 anni, vengono invitati artisti da tutto il mondo a realizzare le loro opere nel parco, tanto che oggi ne conta oltre 40, numero che continua a crescere di anno in anno. Per visitarlo è necessario prenotare una visita guidata, che verrà condotta dai proprietari in persona, attraverso un percorso quasi onirico alla scoperta di opere tanto estranianti quanto integrate con l’ambiente. Passo dopo passo potrete incontrare le “Miss”, un gruppo di bagnanti anni ‘50 di legno, un museo del fumetto dentro una roulotte, lingue di fuoco tra il ferro che sospirano al vostro passaggio, saluti giapponesi incisi su pietra in un bosco di bambù, un autovelox per insetti, un mantra scandito dai binari della ferrovia, una Fiat 600 abbandonata e arredata, la cui una radio trasmette un dialogo surreale sull’Albergo Goldoni, strumenti musicali suonati dall’acqua e dal vento.
• Per informazioni e prenotazioni: laserpara.info
Nella provincia di Frosinone si erge un borgo medievale di rara suggestione: ad Isola del Liri una cascata si tuffa, per 30 metri, tra le case del centro storico. Il cuore del paese è infatti un isolotto cinto dalle due biforcazioni del Liri; il ramo sinistro del fiume alimenta la Cascate Grande, accanto al Castello Boncompagni Viscogliosi, mentre quello destro la Cascata del Valcatoio, che si può raggiungere con una passeggiata verso il Parco Fluviale, tra la vegetazione e i resti di archeologia industriale che testimoniano la centenaria tradizione cartaria della città. A completare la cornice, il gemellaggio con New Orleans, derivato dallo storico Liri Blues Festival, che dal 1988 ospita grandi nomi del panorama internazionale. Un luogo in cui “gli uccelli cantano un grazioso motivo e c’è sempre musica nell’aria”.
L’Antiappennino laziale, nella provincia viterbese, ha come protagonisti i monti Cimini: polmoni verdi di origine vulcanica che abbracciano il lago di Vico, la cui bellezza è tutelata dall’omonima riserva naturale. Lungo le rive lacustri è possibile pranzare, fare il bagno, andare in canoa o stendersi sotto le fronde degli alberi, mentre la riserva circostante offre paesaggi ideali per le escursioni grazie a boschi secolari che cambiano mantello in ogni stagione, faggi, castagni, noccioli e aceri divenuti la casa di gufi, picchi e fringuelli. A poca distanza, Ronciglione, paese arrampicato su uno sperone di tufo, con vista panoramica sul lago, che fonde architetture medievali, rinascimentali e industriali. Caprarola sorge invece ad est del lago, un delizioso borgo la cui urbanistica è rimasta intatta dal Cinquecento: la via principale, realizzata da Jacopo Barozzi da Vignola, divide esattamente in due il paese, correndo dritta fino all’imponente Palazzo Farnese, che domina la città.
Si tratta di un fulgido esempio di architettura rinascimentale-manierista: una scenografica villa pentagonale, splendidamente affrescata, che ospita la sontuosa Scala Regia elicoidale retta da 30 colonne doriche, la Camera dell’Aurora, la Sala degli Angeli o dell’eco e quella del Mappamondo. Sul retro del Palazzo, invece, troviamo gli splendidi giardini all’italiana e la Casina della caccia o del piacere, scelta anche da Luigi Einaudi come residenza estiva del Presidente della Repubblica.
• Ristorante consigliato: Riva fiorita sul lago di Vico
• Stabilimento consigliato: Riva verde. È opportuno prenotare e verificare i giorni di apertura.
Gli etruschi le consideravano sacre, Plinio il Vecchio le descriveva come un’oasi purificatrice: le Terme di Stigliano, nel cuore della Tuscia, vantano una storia millenaria. Oggi si trovano al centro di un parco termale di 20 ettari circondato da aceri, pini, querce e perfino un boschetto di bambù, con 600 metri quadri di specchi d’acqua, tra vasche, laghetti e piscine. L’ingresso è gestito dall’omonimo Hotel, una dimora storica nata sui resti di antichi templi romani. A pochi chilometri sorge Monterano, suggestiva città fantasma, situata su una collina di tufo a cavallo tra i monti della Tolfa e i Sabatini.
Abbandonata dalla fine del ‘700, Monterano è raggiungibile con una passeggiata d’atmosfera dantesca, tra ruderi e rovi, fino ad arrivare alle imponenti rovine dell’antico borgo. Quasi tutte le architetture rimanenti derivano da progetti di Gian Lorenzo Bernini, tra le più maestose il Castello, la Chiesa e il Convento di San Bonaventura, una splendida fontana a base ottagonale e la statua del leone sulle rocce.
Il settecentesco Castello San Giorgio di Maccarese, lambito dal torrente Arrone, sorge tra le campagne ma molto vicino al mare. La proprietà nei secoli è passata per le mani di numerose famiglie nobili, dagli Anguillara, ai Mattei, fino ai Pallavicini e Rospigliosi. Oggi è del gruppo Benetton e, tra le siepi e le palme dei suoi splendidi giardini, si svolgono eventi privati e manifestazioni pubbliche. Al suo interno ospita anche una delle sedi dell’Ecomuseo del Litorale romano, che racconta la storia della comunità e del territorio: “carte, immagini, fotografie, film, modelli, attrezzi, in gran parte provenienti dagli archivi di famiglia”.
Sicuramente tra gli scorci più piacevoli e suggestivi c’è il retro del castello: lungo via dei Pastori sono infatti tornate in vita le vecchie botteghe, quelle cantine di cappellai, barbieri e calzolai ospitano oggi ristoranti ed osterie. Tra fili di luci e insegne incise nella pietra, si respira l’atmosfera dell’antico borgo.
• Per informazioni, visite guidate e modalità di accesso al Castello e all’ Ecomuseo, si consiglia di chiamare il numero 06-6672336 e di visitare il sito www.ecomuseocrt.it/ecomuseo
Sermoneta è un borgo medievale sospeso nel tempo, dominato dal Castello Caetani, con un giardino degli aranci, il belvedere sulla pianura pontina, la quattrocentesca loggia dei Mercanti e il profumo di amaretti alle visciole proveniente dal forno di nonna Maria. A pochi chilometri, nel territorio di Cisterna di Latina, sorge il Giardino di Ninfa, un regno incantato noto a molti perché eletto diverse volte tra i giardini più belli d’Europa. Eppure, non tutti lo hanno visitato. Si tratta di un monumento naturale, un romantico giardino all’inglese realizzato dalla famiglia Caetani e nato sui resti della città di Ninfa, il cui nome deriva da un tempio romano dedicato alle divinità delle acque sorgive. Una incantevole alchimia tra ruderi e botanica antica: oggi rimangono i resti di chiese, torri, mulini e casette collegati da ponticelli di legno su ruscelli color ghiaccio e smeraldo, insieme a boschetti di bambù, roseti variopinti, pruni, aceri giapponesi, pini a foglie d’argento, alberi della nebbia, viali di lavanda, ciliegi penduli, tulipani e glicini, papiri e magnolie stellate.
Un simile incanto è sempre stato fonte di ispirazione, come negli anni Trenta del Novecento, quando Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, aprì le porte del giardino al circolo di letterati ed artisti legato alle riviste da lei fondate, tra cui la prestigiosa “Botteghe Oscure” che ha raccolto opere di giovani autori al tempo sconosciuti: Truman Capote, Dylan Thomas, Muriel Spark, Camus, Caproni, Gadda, Moravia, Calvino e Pasolini.
• Il Giardino di Ninfa si può visitare solo in date prestabilite prenotando sul sito ufficiale.
Di Antonella Sciarra