La nostra intervista ad Hogre. Lo street artist romano, celebre per i suoi interventi di ‘subvertising’ sui manifesti pubblicitari, è in mostra a Roma, fino al 28 maggio a Wunderkammern.
Provocatorio e sempre pronto a nuove sfide, tra ironia e sovversione, Hogre è uno dei più affermati street artist della scena artistica contemporanea. Cresciuto a Roma, si è trasferito prima e Londra e poi a Berlino, dove attualmente vive e lavora. Ha esordito nel 2006 nella Capitale, coprendo di insulti e nasi rossi i cartelloni elettorali di Berlusconi nel quartiere del Tufello. Da allora, ha dipinto i muri di varie città d’Italia e d’Europa, con graffiti e stencil, balzati agli onori delle cronache, tra accuse di blasfemia e vandalismo: dopo aver lavorato per anni nella grafica pubblicitaria, ha deciso aderire al movimento artistico del subvertising, ovvero quella forma di guerrilla marketing diretta alla produzione e alla diffusione di contro-pubblicità. Sono stencil e cartelloni pubblicitari, concepiti come parodia aggressiva di prodotti, politici e brand, che cercando di mantenerne l’aspetto originale, ne modificano il messaggio.
Il suo manifesto Ecce Homo Erectus ha provocato un’ondata di panico morale sulla stampa locale e nazionale: affisso a Roma nel 2017, due giorni dopo l’accusa di molestie su minori al cardinale Pell, fu scambiato per una comunicazione ufficiale. Dopo una settimana di indagini, con l’accusa di vilipendio alla religione, la Digos ha disposto la chiusura del sito www.hogre.it.
Suoi sono i manifesti comparsi alle fermate Atac di Piazza Belli, piazza Mastai, via dei Marruccini, piazzale Prenestino e piazza Vittorio Emanuele a Roma, come Fintissimi. Nell’opera Ruinair (sovvertimento semiotico del marchio Ryanair), invece, la compagnia di viaggio promuove rotte turistiche verso la “Great Pacific Garbage Patch”, un’isola di plastica nell’oceano Pacifico di estensione superiore all’intero suolo francese.
Nel 2017 ha pubblicato con Dog Section Press “Subvertising, The piracy of outdoor advertising” e nel 2011 ha inaugurato la sua prima mostra personale a Roma, alla quale sono seguite varie altre personali e collettive in Italia e all’estero.
In questi giorni, fino al 28 maggio, Hogre torna a Roma a Wunderkammern (in via Giuia 180), con l’attesa mostra personale “Hogre. Antologica 2007/2022“, curata da Giuseppe Pizzuto, che accoglie una grande varietà di lavori che coprono tutta la produzione dell’artista. Insieme agli strumenti del mestiere, tra cui gli stencil e la tavola di legno necessaria per realizzarli, sono esposte le opere più conosciute di Hogre, così come le più discusse.
Noi lo abbiamo intervistato.
Hai esordito nel 2006 coprendo di nasi rossi i cartelloni elettorali di Berlusconi nel quartiere del Tufello. Cosa resta di quegli anni, in Italia e nella tua arte?
Quello dei cartelloni elettorali blastati è stato un momento di formazione importante che ho vissuto con amici e amiche. Per arrivare più in alto salivamo una sulle spalle dell’altro o ci arrampicavamo sui bordi dei billboard. Nessuno di noi era maggiorenne, ma ci sentivamo così legittimati che alcuni cartelloni li abbiamo dipinti di giorno. È successo tutto in modo molto spontaneo. È un esperienza che ha segnato il mio modo di vivere e percepire lo spazio pubblico, ma sopratutto sono rimasto galvanizzato dal medium, la bomboletta spray, che di fatto non ho più smesso di utilizzare.
Sei stato al centro di polemiche per le tue opere di subvertising. Per “Ecce Homo Erectus” la Digos ha aperto un’indagine per blasfemia. Come è nata l’idea di quell’opera?
Ero con Doublewhy, dovevamo preparare delle grafiche per un workshop sul subvertising e negli stessi giorni studiavamo “Il Secondo Sesso” di Simon de Beaouvoir. Durante il nostro studio ci ripetevamo spesso quanto questo libro fondamentale del femminismo dovrebbe essere adottato come testo obbligatorio nelle scuole italiane, che, al contrario ancora esibiscono il crocifisso nelle classi. La religione è responsabile sia di disparità di genere sia di repressione sessuale, per cui nella nostra lettura di de Beauvoir le tematiche del femminismo e dell’ateismo si sovrapponevano. Ecce Homo Erectus è infatti un’immagine che riassume alcuni aspetti dell’educazione maschile cristiana: il ritratto del maschile come trinità (il bambino, l’adulto, il fallo), il paternalismo, la gerarchia, il sacrificio come valore… è anche una rappresentazione del razzismo endemico del cristianesimo. il Cardinale Pell che è stato accusato di molestie su minori appena due giorni prima dell’affissione di Ecce Homo non è “una mela marcia”, è l’espressione di un intero sistema educativo e di costruzione del genere.
In “Immaculata Conceptio In Vitro”, realizzata con Doublewhy, avete affrontato il tema dell’inseminazione artificiale. I temi della fluidità e dei generi sono ormai sdoganati anche nel mainstream, eppure sui diritti civili l’Italia è ancora molto indietro. Perché?
Immaculata Conceptio è opera di Doublewhy, è in relazione dialettica con il mio Ecce Homo, ma non sono opere realizzate a quattro mani. Fatta la dovuta precisazone, l’italia è indietro per via dell’influenza nociva del vaticano, un organizzazione estremamente sessista, razzista, gerarchica e ricchissima.
Come descriveresti il subvertising a chi non ne ha mai sentito parlare e qual è il suo scopo?
Il subvertising è l’arte che i bambini esprimono quando rubano il giornale del loro padre per intervenire con un pennarello su ogni foto aggiungendo baffi, cicatrici, bende pirata, denti neri… stravolgendo completamente la lettura dello stesso. Il padre è lo stato con la sua gestione dello spazio pubblico tutt’altro che democratica e le foto del giornale sono le pubblicità che dominano il nostro immaginario collettivo.
Cosa suscitano in te le reazioni dei benpensanti sulle tue opere? Pensi che l’Italia sia un paese ancora molto conservatore?
Le reazioni forti sono meglio dell’apatia e dell’indifferenza. A volte mi fanno ridere per quanto si dimostrano emblematiche di una condizione d’oppressione. Comunque, l’Italia è un paese di vecchi. E questa non è un opinione, è un dato di fatto.
Con la pubblicità di “Fintissimi” hai raccontato come la pubblicità promuova la ricerca della felicità a qualsiasi costo..
No, ben venga la ricerca della felicità a qualunque costo, ma non è questo quello che promuove la pubblicità. Con Fintissimi (anch’esso progettato con Doublewhy, stavolta a quattro mani) abbiamo svelato un meccanismo: la finzione come canone estetico ed erotizzato. La pubblicità delle mutande che abbiamo sovvertito promuove il contrario della ricerca della felicità. Insomma, la felicità è una cosa terrena, possibile, materiale nel senso più bello e alto della parola! Vengo spesso frainteso per un idealista, ma non è affatto così, sono un materialista radicale! Non ho niente a che spartire con chi venera i prodotti del consumismo… la materia che amo è un cervello che pensa, un cuore che batte, un corpo che vive!
Come concili i tuoi lavori in strada con quelli che realizzi o esponi per una galleria?
Non vedo nessun controsenso, sono sinceramente appassionato di pittura e disegno. Sebbene per molte persone del mio stesso contesto culturale e sociale la commercializzazione di quadri risulta indigesta, questi non capiscono che, ad oggi, la cosa migliore che può capitare ad un quadro è che esso venga acquistato da chi ha la possibilità di esporlo per continuare a mostrarlo. Un’immagine che non viene vista è un’immagine morta.
Da anni non vivi più a Roma dove sei cresciuto. Cosa pensi della scena artistica e culturale romana contemporanea?
Vorrei ringraziare tutte quelle menti che, nonostante la pochissima considerazione che Roma ha oggi per loro, persistono nell’amare l’arte e nell’esprimersi attraverso di essa.
Cosa è l’arte per te?
L’arte è un fiammifero acceso da gettare sul lago di benzina in cui è annegato il nostro desiderio.
Cosa vedremo in mostra alla Wunderkammern?
Un compendio dei miei dipinti e disegni migliori, dal 2007 a oggi.
Il prossimo 18 giugno inaugurerai al Kunstraum Kreuzberg Bethanien di Berlino il progetto Werbe Pause, the art of subvertising. Di cosa si tratta?
Werbe Pause è una mostra collettiva dedicata al subvertising che sto curando con stealthisposter.org. Nelle undici sale e due corridoi del Bethanien abbiamo raccolto le opere e le installazioni di tutti i principali gruppi di subvertising attivi ad oggi, più una sala di archivio con le documentazioni di Atelier Populare, Adbusters, Guerrilla Girls, The Yes Men, Billboard Liberation Front, Luther Blissett…
Hogre. Antologica 2007/2022
Wunderkammern
Via Giulia 180, 00186, Roma
www.wunderkammern.net
Ingresso gratuito
Visite su prenotazione: clicca qui