La città-Stato abrogherà la legge coloniale 377A, che da 100 anni vieta l’attività sessuale consensuale tra uomini.
Il premier Lee Hsien Loong lo ha annunciato, pochi giorni fa, in occasione del National Day Rally 2022, il discorso annuale del primo ministro alla nazione. La città-Stato abrogherà la legge 377A, una norma che risale all’era coloniale e che da 100 anni vieta l’attività sessuale consensuale tra uomini. Singapore la ereditò dagli inglesi e scelse di mantenerla dopo l’indipendenza nel 1965. Solo 15 anni fa il governo di Singapore ebbe l’occasione di abrogarla, ma si rifiutò di farlo.
Il premier Lee Hsien Loong ha riportato su Twitter alcuni stralci del discorso, in cui ha specificato che «i singaporiani hanno ancora opinioni diverse sul fatto che l’omosessualità sia giusta o sbagliata, ma la maggior parte delle persone accetta che l’orientamento e il comportamento sessuale di una persona siano una questione privata e personale, e che il sesso tra uomini non debba essere un reato penale».
Lee ha aggiunto che «dal punto di vista nazionale, il comportamento sessuale privato tra adulti consenzienti non solleva alcun problema di ordine pubblico. Non c’è alcuna giustificazione per perseguire le persone per questo, né per renderlo un crimine». Per questo la popolazione «accetterà l’abrogazione della legge», cosa che la «porterà in linea con gli attuali costumi sociali e, spero, darà un po’ di sollievo ai singaporiani gay».
Negli ultimi anni, diversi Paesi asiatici hanno abbandonato le leggi coloniali britanniche che criminalizzavano le persone Lgbtq+. La prima a farlo è stata l’India, con un verdetto storico della Corte Suprema nel 2018. Poi c’è stata Taiwan, che nel 2019 ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, seguita nel 2022 dalla Thailandia.