Mentre continua l’avanzata di terra dell’esercito israeliano nella Striscia, i palestinesi uccisi sono 8.796 di cui 3.200 bambini. Le case distrutte sono finora 44mila e 1.432.000 gli sfollati.
La Redazione
Dopo gli attacchi di Hamas che hanno causato finora 1.400 morti israeliani e 240 ostaggi, la risposta di Israele è durissima: l’assedio di Gaza, da giorni senza acqua, luce e con pochissimi aiuti umanitari, è totale. A pagare il prezzo sono ancora una volta i civili e, soprattutto, i bambini, che nella Striscia di Gaza rappresentano quasi la metà della popolazione.
In queste ore, sono in corso violenti combattimenti nei tunnel di Gaza tra i miliziani di Hamas e l’esercito israeliano, mentre il bilancio di morti, feriti e sfollati palestinesi cresce di ora in ora.
Scontri e morti anche in Cisgiordania
Non solo Gaza: anche in Cisgiordania cresce il numero di palestinesi uccisi sia negli scontri con l’esercito israeliano, ma soprattutto dai coloni armati. Altri cinque uomini sono stati uccisi dall’esercito solo nelle ultime ore, nei campo profughi di Askar (Nablus) e Deheishe (Betlemme) e a Tubas.
Il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, ha condannato la violenza perpetrata dai coloni in Cisgiordania, definendola “incredibilmente destabilizzante e controproducente per la sicurezza a lungo termine di Israele oltre ad essere, ovviamente, estremamente dannosa per i palestinesi“.
Gli appelli alla pace
Non si fermano le richieste per la fine dei combattimenti, almeno per portare gli aiuti necessari alla popolazione di Gaza, stremata dalle bombe e dalla fame. Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha più volte ribadito che “il sistema umanitario di Gaza è al collasso”, mentre l’Assemblea Generale ha adottato una risoluzione per cessate il fuoco (con l’astensione, tra molte polemiche, del governo italiano).
Amnesty International ha lanciato l’appello al premier Netanyahu: “Israele revochi l’ordine di evacuare gli ospedali di Gaza, può costituire un crimine di guerra”. Ma il primo ministro israeliano ha confermato che non fermerà le armi: “Questo è il tempo della guerra“, ha detto.
Anche Papa Francesco, nell’appuntamento dell’Angelus per la Festa di Ognissanti, è tornato con il pensiero alle popolazioni in guerra. “Continuiamo a pregare per le popolazioni che soffrono a causa delle guerre di oggi. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, non dimentichiamo la Palestina, non dimentichiamo Israele, non dimentichiamo tante altre regioni dove la guerra è ancora troppo forte“, ha detto Bergoglio.
Foto copertina: Hosnysalah ©️ Pixabay.com