Nessuna sorpresa alle elezioni presidenziali in Russia: Putin rieletto con l’88%, tra arresti e proteste. Sui social, le immagini di militari armati che controllano il voto degli elettori. Usa e Ue: «Elezioni non libere né regolari».
La Redazione
Vladimir Putin potrà restare al Cremlino fino al 2030, avendo vinto le elezioni presidenziali con un plebiscito che lo ha visto raccogliere l’88% dei voti. Gli altri tre candidati iscritti alla corsa hanno raccolto le briciole. Nikolai Kharitonov del partito comunista ha ottenuto attorno al 3,8% dei consensi, ancora più bassa la percentuale di Vladislav Davankov e Leonid Slutsky. Uno degli ultimi a congratularsi con lo Zar è stato il dittatore della Corea del Nord.
Mentre sui social di tutto il mondo è diventato virale il video del militare armato di kalasnikov che irrompe in un seggio elettorale e “controlla” il voto degli elettori, fuori si svolgevano le proteste silenziose dei seguaci del dissidente Alexei Navalny, ucciso in un carcere russo poche settimane fa. La vedova aveva lanciato l’appello ai russi ad andare tutti al voto a mezzogiorno e in migliaia hanno raccolto l’invito: lunghe file di elettori si sono viste nel centro di Mosca e in altre città per il cosiddetto ‘Mezzogiorno contro Putin‘. La protesta ha coinvolto tanti russi soprattutto all’estero, davanti ai consolati come quello di Berlino dove ha votato la vedova di Navalny, accolta dagli applausi all’ambasciata russa.
Le proteste sono state bollate da Mosca come “atti vandalici”.
Tutti i Paesi occidentali hanno definito le elezioni russe come non libere né eque. Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Le elezioni in Russia non sono state né libere né regolari ed hanno riguardato anche territori ucraini occupati illegalmente». Stati Uniti e Europa, ma anche il G7, sono intenzionati non riconoscere il voto nelle aree occupate. Per il il ministro degli Esteri britannico David Cameron: «Londra deplora le elezioni russe non libere ed eque».
Putin ha risposto all’Occidente minacciando il mondo: «Saremo più forti e nessuno ci intimidirà». In caso di un conflitto su vasta scala tra Russia e Nato, ha affermato il dittatore russo, il mondo sarà «ad un passo dalla terza guerra mondiale».