Si è chiuso il G7 italiano sotto la presidenza di Giorgia Meloni. Il documento conclusivo raccoglie il supporto all’Ucraina, pochi impegni su Gaza e nessun obiettivo concreto sul clima.
Di Marta Foresi
Si è parlato tanto, ma di fatto si è deciso molto poco al G7 che si è svolto in Puglia, a Borgo Egnazia. Il 50° vertice del Gruppo dei Sette (G7) è il forum informale che riunisce i capi di stato e di governo delle sette democrazie più influenti del mondo: Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America (più l’Unione Europea, che partecipa ai vertici rappresentata dal presidente del Consiglio europeo e dalla presidente della Commissione europea). Il risultato dei vertici è un documento di 36 pagine, pubblicato sul sito ufficiale del G7 italiano, che riassume le decisioni prese dai leader mondiali presenti.
La guerra in Ucraina
Il primo punto è il “sostegno incrollabile all’Ucraina, per tutto il tempo che sarà necessario”, dal punto di vista economico e militare. I danni della guerra sono stimati in “oltre 486 miliardi di dollari” secondo la Banca mondiale. Per Kiev arriverà anche entro la fine dell’anno un sostegno da 50 miliardi di dollari da parte del G7 grazie ai fondi congelati alla Russia. Nel documento non si parla, invece, della possibilità di Kiev di usare anche in territorio russo le armi che le vengono inviate, un tema che aveva diviso i Paesi nei giorni precedenti al summit.
La guerra a Gaza
Quanto al Medio Oriente, il documento si apre con una condanna dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Sottolinea che Israele nel difendersi deve “rispettare i suoi obblighi previsti dal diritto internazionale”, e condanna Hamas per il suo “uso di infrastrutture civili per le attività militari”. Il G7 sostiene l’accordo proposto da Joe Biden per un cessate il fuoco. Il testo chiede al governo israeliano di non procedere con una offensiva militare su vasta scala a Rafah, e sottolinea anche che “è cruciale che l’Unrwa e altre organizzazioni delle Nazioni unite siano pienamente in grado di utilizzare le loro reti di distribuzione per consegnare aiuti a coloro che ne hanno più bisogno”. Si condanna l’aumento della violenza da parte di colonialisti estremisti israeliani nei confronti della popolazione palestinese, ma non si parla del riconoscimento della Palestina, se non dicendo che “un mutuo riconoscimento” tra Stato di Palestina e Stato di Israele “sarebbe un passo cruciale” nel percorso politico verso la soluzione di due popoli e due Stati.
L’aborto e i diritti Lgbtq+
Il G7 è stato anche una occasione di scontro tra Macron e Meloni sull’aborto. Nel documento finale, non si parla di aborto né di interruzione di gravidanza, ma ci si limita a “promuovere la salute e i diritti in ambito sessuale e riproduttivo”. Per quanto riguarda i diritti Lgbtqia+, si parla invece di “forti preoccupazioni per i passi indietro in materia di diritti delle donne e delle persone Lgbtqia+ nel mondo”. Fonti del governo Meloni hanno smentito la scomparsa di ogni riferimento ai diritti delle persone Lgbtqia+, come “totalmente infondata”.
Il clima e le migrazioni
Per quanto riguarda il clima, i leader del G7 confermano l’intenzione di rispettare l’accordo di Parigi, ma nulla di nuovo. L’impegno è di “allontanarsi dai combustibili fossili in modo giusto, ordinato ed equo”, per arrivare “al più tardi nel 2050” ad un’economia con emissioni nette zero. Per farlo, si apre anche all’uso dell’energia nucleare.
Quanto alle migrazioni, si cita due volte il piano Mattei lanciato dal governo Meloni, ma in termini piuttosto generici. L’impegno è di “concentrarsi sulle radici della migrazione irregolare, con iniziative di sostegno e investimenti economici insieme ai Paesi di origine e di transito”, ma anche sulla “gestione dei confini” e su “percorsi sicuri per l’immigrazione”.
L’intelligenza artificiale
Circa l’intelligenza artificiale, uno dei temi più cari alla presidenza italiana, i leader si impegnano a “approfondire la collaborazione per raccogliere i benefici e gestire i rischi dell’Ia. Lanceremo un piano d’azione per l’uso dell’Ia nel mondo del lavoro”, per assicurarsi che “permetta di aumentare la produttività, i lavori di qualità, e lavori in condizioni dignitose”, ma anche “inclusività e pari opportunità” nel mercato del lavoro.