Il maltempo ha colpito la province di Bologna, Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Dopo le evacuazioni, gli sfollati sono tra i mille e i 1.500, mentre due persone risultano disperse a Bagnacavallo.

La Redazione

La pioggia continua a sferzare l’Emilia-Romagna e l’intero territorio è ripiombato nell’incubo dell’alluvione. Dopo un anno e mezzo dal terribile maggio 2023 le zone alluvionate della Romagna e del Bolognese hanno rivissuto gli incubi di quei giorni. A soffrire è in particolare la provincia di Ravenna, interessata dalla tracimazione dei fiumi Lamone, Marzeno e Senio. Gli evacuati, finora, sono tra i mille e i millecinquecento mentre due persone risultano disperse a Bagnacavallo. Anche per la giornata di oggi, venerdì 20 settembre, rimane l’allerta rossa. Le scuole restano chiuse nel Ravennate, mentre a Forlì-Cesena ci sono «chiusure in ambiti strettamente coinvolti».
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto sapere di aver parlato con la presidente facente funzioni Irene Priolo per chiedere «notizie ed esprimere vicinanza in questo momento di difficoltà, chiedendole di ringraziare tutti coloro che si stanno adoperando per aiutare chi si trova in condizioni difficili». Priolo ha fatto sapere che «le situazioni più critiche» si sono verificate a Modigliana e Castrocaro» dove il fiume è esploso all’improvviso. Situazione complessa anche a Forlì, dove invece il Montone ha tenuto in ansia a lungo i cittadini. Tra le aree più colpite: Faenza, Castel Bolognese, Cotignola, Lugo, dove i centri storici sono stati risparmiati.

Lo scontro politico

A un anno di distanza dalla disastrosa alluvione che nel 2023 investì l’Emilia Romagna provocando la morte di 17 persone e danni per 8,5 miliardi di euro, a che punto sono mi lavori di ricostruzione e prevenzione? Domanda attorno alla quale ruota la polemica esplosa in queste ore tra esponenti del governo e della Regione Emilia Romagna. All’esecutivo – che ha accusato la regione di aver speso solo in parte i soldi investiti – ha risposto l’eurodeputato Stefano Bonaccini, all’epoca dell’alluvione presidente dell’Emilia-Romagna: «Dopo l’alluvione del maggio 2023, mai registrata nella storia per quantità d’acqua caduta, come tutti sanno il Governo decise di non ascoltare il territorio e di accentrare nelle proprie mani la ricostruzione: ma con quale faccia gli esponenti dello stesso Governo e dello stesso partito scaricano oggi le responsabilità sugli amministratori locali? Dopo aver promesso il 100% il rimborso dei danni a cittadini, famiglie e imprese, i quali hanno ricevuto invece nulla. O dopo aver ricevuto dall’Unione Europea un miliardo e duecento milioni di euro con il Pnrr, per la ricostruzione pubblica, che ai nostri sindaci non sono mai arrivati?».