Il lungo corteo transfemminista di “Non una di meno” sabato ha attraversato il centro di Roma: “Siamo 250mila”. Cori contro il governo Meloni, Pro Vita e Valditara, mentre in Italia si contano 99 vittime di femminicidio in meno di un anno.

Di Mauro Orrico

È partito da Piazzale Ostiense e si è concluso a piazza Vittorio il grande corteo di “Non una di meno” di Roma, contro la violenza di genere. “Disarmiamo il patriarcato” è stato lo slogan con cui migliaia di persone – 250 mila per le organizzatrici – sono scese in piazza sabato, alla vigilia del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Davanti al Colosseo, è stato esposto un lungo striscione fucsia con i nomi delle 106 vittime di femminicidio, lesbicidio e transicidio. «Mi hanno chiesto come si può ballare con 106 vittime dall’inizio dell’anno e io rispondo perché queste donne sono state uccise proprio perché volevano ballare, perché volevano essere loro stesse», ha detto al megafono una delle attiviste di “Non una di meno”.

Foto © Mauro Orrico

Dalle strade gremite di manifestanti, sono stati scanditi slogan contro Pro Vita e il ministro dell’Istruzione Valditara che solo pochi giorni fa ha negato l’esistenza del patriarcato dichiarando che la violenza contro le donne è legata alla presenza dei migranti. Parole che hanno suscitato molte polemiche poiché il 93% dei femminicidi è commesso da uomini italiani.

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Al lungo corteo di “Non una di meno” ha preso parte anche il centro antiviolenza intitolato a Martina Scialdone, avvocatessa uccisa a Roma nel gennaio 2023 in un ristorante dal suo ex compagno. La madre di Martina, Viviana, era presente al corteo e ha detto: «Lei non c’è più, quindi siamo qui per lei e per tutte le donne che sono state uccise».

Foto © Mauro Orrico

Alcune attiviste si sono spogliate e incappucciate con passamontagna ricoperti di lustrini, in segno di solidarietà alla studentessa iraniana Ahoo Daryaei, che si è spogliata davanti all’università a Teheran per protestare contro le imposizioni del regime. «Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce», lo slogan urlato.
Il corteo non ha dimenticato il massacro in corso a Gaza da oltre un anno, con decine di bandiere palestinesi e lo slogan: «Contro il genocidio, contro l’apartheid di Netanyahu».
Tra le migliaia di persone in piazza anche volti noti come Paola Turci, Paola Cortellesi, Vittoria Puccini, Lella Palladino, Maria Chiara Giannetta, Marina Tagliaferri, Anna Ferzetti che hanno sfilato dietro lo striscione «Se io non voglio, tu non puoi».

Cortei non solo a Roma

Cortei si sono svolti anche a Palermo, dove in testa hanno sfilato alcune vittime di violenza insieme a donne disabili, e a Udine dove le Donne in Nero, una rete di attiviste per la pace, hanno chiesto il cessate il fuoco in Palestina. A Milano è apparsa un’opera della street artist Laika dal titolo ‘Smash the patriarchy’. L’immagine raffigura Giulia Cecchettin e Gisele Pelicot, sopravvissuta a uno stupro perpetrato in Francia da suo marito insieme a decine di altri uomini.
Anche nelle principali città francesi ci sono state numerose manifestazioni contro la violenza sulle donne, la più partecipata quella di Parigi con migliaia di persone in piazza.