Hamdan Ballal è uno dei registi di “No Other Land”, premio Oscar per il miglior documentario. Lunedì è stato aggredito dai coloni in Cisgiordania e poi arrestato e torturato dall’esercito israeliano. Ieri è stato liberato.
La Redazione
Era in cura in un’ambulanza a Massafer Yatta (Cisgiordania occupata), dopo essere stato aggredito e picchiato da un gruppo di coloni. Poi sono arrivate le forze israeliane e lo hanno arrestato. Hamdan Ballal è uno dei co-registi del film-documentario premio Oscar “No Other Land”, premiato proprio pochi giorni fa ad Hollywood. Yuval Abraham, l’altro co-regista israeliano del film, lunedì sul suo account X aveva denunciato: “Un gruppo di coloni ha appena linciato Hamdan Ballal. Lo hanno picchiato. Lui ha ferite alla testa e allo stomaco. I soldati hanno preso d’assalto l’ambulanza che aveva chiamato e lo hanno portato via. Da allora non c’è più traccia di lui”. Questo è il post pubblicato su X.
Il rilascio di Ballal è stato comunicato dai co-registi Yuval Abraham e Basel Adra, e confermato da vari giornalisti di Associated Press presenti sul posto. Abraham ha scritto su X che Ballal è rimasto ammanettato e bendato per tutta la notte mentre due soldati lo picchiavano sul pavimento in una stazione di polizia a Kiryat Arba, una colonia israeliana adiacente a Hebron.
Hamdan Ballal ha raccontato all’agenzia Associated Press che i coloni e le persone in uniforme lo hanno preso ripetutamente a calci in testa.
Il film “No Other Land”
Il documentario copre cinque anni di registrazioni (2019-2023) a casa del giornalista palestinese Basel Adra nel gruppo di villaggi di Masafer Yatta, nella Cisgiordania occupata. Il film mostra le demolizioni di case, scuole, pozzi d’acqua e strade da parte dell’esercito israeliano e che continuano ancora oggi. Il 3 marzo il film ha vinto l’Oscar per il miglior documentario e da allora il gruppo di attivisti israelo-palestinesi Standing Together ha organizzato proiezioni a Tel Aviv e in altre città del paese, dopo che il ministro della Cultura israeliano Miki Zohar ha chiesto ai cinema israeliani di non proiettare il film.
Foto copertina © dai profili social di Hamdan Ballal