L’alluvione in Emilia-Romagna ha causato 14 morti e oltre 36mila sfollati. Per gli esperti, c’entrano i terreni secchi, il riscaldamento globale, il disboscamento, l’urbanizzazione. E in autunno arriva El Niño.
La Redazione
Dopo l’alluvione causata dalle intense piogge di martedì e mercoledì, in Emilia-Romagna sono circa 36mila le persone che sono state costrette a lasciare la loro casa. I morti accertati sono 14 e al momento sarebbero ancora decine i dispersi. Le province più colpite sono state quelle di Forli-Cesena, Ravenna, Bologna, ma l’alluvione ha interessato anche una parte delle Marche. In totale sono 24 i Comuni allagati e ventuno fiumi hanno rotto gli argini o sono esondati. In 36 ore si sono verificate le precipitazioni di 6 mesi.
Per il presidente della regione Bonaccini: «Per la regione è come un altro terremoto». La premier Giorgia Meloni, arrivata in Emilia Romagna, ha assicurato la massima disponibilità ad aiutare le zone colpite, lo strumento potrebbe essere quello di un decreto legge.
Le cause per gli esperti
I climatologi e gli esperti del Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici non hanno dubbi: c’entrano il riscaldamento globale, il disboscamento, i terreni secchi, l’urbanizzazione.
Silvio Gualdi, senior scientist al Cmcc, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato: «Le condizioni di alta pressione che fiancheggiano questa depressione le impediscono di fluire da ovest verso est, seguendo il normale flusso della circolazione atmosferica. Ciò ha generato sulla Romagna questa enorme quantità di pioggia. L’altro fattore che contribuisce a rendere questo evento eccezionale è il riscaldamento globale: un’atmosfera più calda contiene una maggiore quantità di vapore acqueo che, quando si verificano queste condizioni meteorologiche, è quindi in grado di produrre molta più pioggia».
La siccità prolungata dei mesi scorsi ha poi aggravato l’impatto.
Gli scienziati del Cmcc, per il periodo maggio-luglio, prevedono temperature più alte rispetto alla media e precipitazioni superiori alla norma. E in autunno è atteso l’arrivo di El Niño, il fenomeno climatico che in genere porta una forte instabilità a livello globale.
(Foto copertina: Caritas Diocesana)