È il 175° giorno di guerra: dal 7 ottobre, sono stati uccisi 32.845 palestinesi e feriti 75.392. In un raid israeliano, ieri sono morti 7 operatori umanitari mentre distribuivano aiuti alla popolazione. Dopo l’attacco a Damasco, l’Iran prepara la vendetta.

La Redazione

Otto operatori umanitari che lavoravano per la Ong statunitense World Central Kitchen dello chef José Andres sono state uccisi ieri mattina in un raid aereo dell’esercito israeliano. Lo ha annunciato lo stesso José Andres, dicendosi distrutto dalla perdita. Le sette vittime sono di nazionalità australiana, polacca, britannica, palestinese e con doppia cittadinanza americana e canadese. L’esercito israeliano ha parlato di un «tragico incidente» e ha dichiarato che aprirà un’indagine. La Casa Bianca si è detta «afflitta» e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà una riunione aperta, richiesta dalla Russia, sull’attacco israeliano. La World central kitchen (Wck) ha annunciato «la sospensione immediata delle nostre operazioni nella regione». Erin Gore, amministratore delegato della ong, ha detto che il raid israeliano «non è solo un attacco contro Wck, è un attacco alle organizzazioni umanitarie che si presentano nelle situazioni più terribili, dove il cibo viene usato come arma di guerra. È imperdonabile».

Foto: Emad El Byed – Unsplash

Israele chiude Al Jazeera

È stata approvata in Israele una legge chiudi-Al Jazeera. Il premier avrà il potere di «chiudere gli uffici, rimuovere il sito web e confiscare le attrezzature» causa «minaccia diretta alla sicurezza nazionale». Secondo il Guardian, Tel Aviv vuole smantellare anche l’agenzia Onu per i rifugiati Unrwa, e affidare a un ente più snello gli aiuti.

L’attacco a Damasco

Lunedì 1 aprile, un raid missilistico israeliano ha distrutto a Damasco, in Siria, la sezione consolare dell’ambasciata di Teheran. Tra le sette vittime, vi era anche l’alto ufficiale dei Guardiani della rivoluzione iraniani Mohammad Reza Zahedi, responsabile del rifornimento di armi alle milizie Hezbollah in Libano. L’Iran ha promesso una vendetta «della stessa grandezza e durezza». Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha dichiarato: «Questo crimine vigliacco non resterà senza risposta. I sionisti dovrebbero sapere che non raggiungeranno i loro obiettivi atroci attraverso tali atti disumani, ma saranno invece testimoni del rafforzamento del fronte di resistenza e dell’odio delle nazioni in cerca di libertà contro la sua natura illegittima».