Il cinema di Antonio Da Silva indaga le pulsioni sessuali maschili senza falsi pudori. Il regista portoghese che da anni vive a Londra, è il guru di un erotismo audace, passionale, surreale. I suoi corti, tra video arte e cinema, affrontano i temi «legati all’omosessualità, al cruising e al sesso pubblico come atto di sovversione dal controllo sociale sui nostri corpi». È stato tra i protagonisti della prima edizione dell’Hacker Porn Film Festival e all’ultimo Fish & Chips Erotic International Film Festival di Torino è stato molto applaudito per il suo lavoro Spunk, un ambizioso video-collage di chat gay ultra tecnologiche dove si possono cambiare fondali e indossare maschere digitali.
Tra i suoi progetti, in Penis Poetry, si leggono poemi scritti sui corpi nudi. In Dancers è palpabile la sua passione per la danza, primo amore di Da Silva. In Bankers, ha messo una telecamera nascosta nei gabinetti frequentati dagli impiegati della City. Il suo penultimo film è Cruising in the park, diretto insieme a Fabio Lopes, mentre Cruising Poetry è il suo ultimo lavoro.
Attenzione: I video contengono immagini rivolte ad un pubblico adulto.
Arte o pornografia? “Non ci penso molto durante il processo di creazione, parlare di sessualità e trasformarla in arte attraverso il punto di vista della sperimentazione è un processo molto naturale”, ha dichiarato in una recente intervista. Problemi con la censura? “Alcuni festival mi dicevano che non potevano proiettare alcuni miei corti per il contenuto esplicito ma io evito il confronto diretto in quei casi, è solo una perdita di tempo.”
L’immaginario di Da Silva affonda le sue radici nella controcultura e i suoi lavori cercano di rompere i pregiudizi e i tabù della società. A guidare le scelte artistiche del regista, è la totale indipendenza dalle regole cinematografiche come da quelle del mercato. Il cinema di Da Silva è, infatti, auto prodotto, grazie alla piattaforma web antoniodasilvafilms.com.