Film, corti, documentari post porno e porno femministi. Arriva a Roma, dal 26 al 30 aprile al Kino, la prima edizione di Hacker Porn Film Festival – No gender No borders, con anteprime, nuove produzioni indipendenti e inedite e tanti registi pronti al dibattito e all’incontro con gli spettatori. I curatori e ideatori sono Fran Stable – produttore del documentario vincitore del Nastro d’argento “Porno e Libertà” – e Lucio Massa. Al centro del festival – di cui FACE Magazine.it è media partner – saranno le nuove produzioni cinematografiche che fanno dei corpi, della sessualità e delle transizioni tra i generi, nuovi soggetti d’indagine e ricerca. Cinque giorni di programmazione per ‘hackerare’ e destabilizzare il sistema convenzionale di fruizione del cinema perché – come racconta Fran Stable – “bisogna disancorare la pornografia da un immaginario che la relega a pura mercificazione, tra l’altro ad esclusivo consumo maschile. Il linguaggio del porno, per come lo intendiamo, è un’arma per poter scardinare questa società benpensante e presentare un progetto di ‘cinema’ ancora inedito in Italia”.
Il programma
Sono tante le pellicole in programma, tutte inedite per il pubblico italiano. Tra questi spicca Theo & Hugo – dans le meme bateau, vincitore del Teddy Bear (Berlinale 2016), un film intenso e crudo sulla sieropositività oggi e sulla paura di amare. ChemSex è il documentario prodotto da VICE, sull’emergenza nata dalla combo sesso/droga che dilaga nella comunità gay londinese e che sta scatenando un allarme sociale e sanitario. Di Etre Cheval (di Jérôme Clément-Wilz) è protagonista la transgender Karen e la sua redenzione post-umana, un documentario sul feticismo della trasformazione in cavallo. Anna Brownfield è la grande esponente del femminismo e del post porno in Australia e il suo film The Bedroom è un’indagine sociale sviluppata in sei decadi, un’unica stanza da letto per diverse tipologie d’amori e sessualità, uno sguardo ironico su come sono cambiati i corpi e il sesso con il passare degli anni. Snapshot è diretto da Shine Louise Houston con la collaborazione artistica di Jiz Lee, attivista e attrice queer americana.
Il festival presenterà delle anteprime nazionali molto attese, come Refugges Welcome di Bruce la Bruce, storia di un poeta siriano e delle sue avventure sessuali. Il film è prodotto da Erika Lust, celebre regista post porno (Xconfessions) naturalizzata in Spagna, al festival con il suo Pansexuals. Blown è il film del celebre pornodivo trans americano Buck Angel. Ma ci saranno anche molti altri autori come Lidia Ravviso, Carlotta Moore, David Bloom, Rosario Gallardo, Maria Basura, Luca Donnini.
Hacker Porn film Festival presenta, per la prima volta in Italia, una personale su Antonio Da Silva, regista cult portoghese che unisce il linguaggio performativo alla video arte e al cinema.
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Fuori concorso sono Sexual Labyrinth di Morgana Mayer, in anteprima internazionale, un film erotico e onirico sulla presa di coscienza e liberazione di un corpo femminile, un omaggio al cinema di Cavallone, Fulci, Joe D’Amato e Luigi Atomico. Il festival presenterà anche Queen Kong di Monica Stambrini, Porno & Libertà di Carmine Amoroso ( Nastro D’Argento 2017) e Inside the Chinese Closet di Sophia Luvarà, un documentario sui matrimoni di facciata tra omosessuali nella Cina contemporanea.
Le collaborazioni
Hacker Porn Film Festival nasce dalla collaborazione con altre importanti rassegne mondiali come il But Film Fest di Breda – che porterà a Roma titoli bizarre, porn e trash – e il Pop Porn Film Festival di San Paolo con una retrospettiva di titoli e autori sudamericani tra cui Nova Dubai, dramma pornoterrorista contro l’urbanizzazione selvaggia e il genocidio culturale di questi ultimi anni e O’ Aniaml Sonhado, un film sui desideri, le ossessioni, le solitudini del Brasile contemporaneo. La selezione dei cortometraggi tedeschi nasce invece in collaborazione con il Berlin Porn Film Festival.
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Info
www.hackerpornfest.com
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