Flüchtlinge raus (fuori i migranti), Merkel raus, Ausländer raus (fuori gli stranieri) sono frasi e slogan che da alcuni anni campeggiano sui muri di Berlino, accanto agli orrendi simboli del nazionalsocialismo, le svastiche. I nostalgici del Terzo Reich sporcano così le strade e la memoria della capitale tedesca, sentore di un’insofferenza sociale crescente, di una rabbia che trova sfogo nell’odio verso i migranti e verso tutte le altre minoranze. Da poco meno di due anni è nato però un collettivo che ha deciso di rispondere all’orrore nazista con l’arte urbana, trasformando con ironia i suoi simboli in opere di street art. Si chiamano Die kulturellen Erben, si riuniscono a Schöneberg, la zona a sud di Berlino. Lo ha fondato Ibo Omari, 35 anni che ha contattato sette suoi amici writer e, insieme, hanno trasformato una quindicina di svastiche in murales.
Il progetto si chiama Paint Back ed oggi sono gli stessi abitanti di Schöneberg e i proprietari degli spazi imbrattati a chiamare il collettivo. Così, al posto delle croci uncinate sono comparsi fiori, gatti alla finestra, gufi, conigli, un cubo di Rubik o un bacio tra due uomini con la scritta Love e Peace sui loro abiti.
Alla rivista Bento, Ibo Omari ha dichiarato: «Viviamo in un’epoca dove Adolf Hitler è di nuovo in cima alle classifiche dei bestseller. Così opporsi anche solo simbolicamente a chi professa la barbarie diventa un dovere».
Oggi, i murales anti nazi sono decine e si trovano soprattutto nelle zone periferiche di Berlino, lontano dal centro patinato e dalle zone residenziali e borghesi della città. Come testimonia il video realizzato da Legacy BLN – Graffiti Culture, Art Tools & More (© Youtube.com).