Un altro caso di squallida omofobia, l’ennesimo, come se non bastasse. Roberto Marchetti, conduttore di un programma su Radio Globo, ha sentito il bisogno di dire in trasmissione che vedere due uomini che si baciano “gli fa schifo”. Un’ascoltatrice, indignata, ha telefonato per protestare e il conduttore le ha risposto con un elegante ‘sticazzi’. Dopo le proteste di utenti ed ascoltatori è arrivato il surreale comunicato stampa dell’emittente romana che ha difeso il suo conduttore in nome della “libertà di espressione”.

Ma l’omofobia, soprattutto se veicolata attraverso i media, è un diritto di opinione? No, non lo è affatto. L’articolo 21 della Costituzione recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. C’è tuttavia un limite al diritto di parola: è il principio della legge Mancino, che sancisce una limitazione alla libertà di espressione sulla base del contrasto alle discriminazioni verso etnie, nazionalità o religioni. La Corte Costituzionale (14 settembre 2015, n. 36906) ha confermato la bontà di questo principio chiarendo definitivamente che nel nostro paese “la libertà di manifestazione del pensiero cessa quando travalica in istigazione alla discriminazione”.

In Italia esistono inoltre i reati di ingiuria e diffamazione. Chi lede l’onore e la dignità di una persona, specie se in pubblico, è punito dal codice penale: sono libero di esprimere il mio pensiero finché questo non offende un’altra persona.

Esempi concreti? I “neri puzzano”, gli “ebrei sono sporchi”: non sono libere considerazioni personali, ma squallide ingiurie che il mondo civilizzato giustamente condanna.

Pertanto, in Italia, l’intolleranza, il fascismo, il razzismo, l’odio non sono opinioni.

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È grave ed inquietante che un’emittennte, seppur locale, non conosca le norme vigenti nel paese in cui opera. Ma è ancor più grave che senta l’esigenza di difendere seminatori di odio in cerca di facile visibilità. Il post dell’azienda, come da copione, ha dato il via ad un fiume di commenti di utenti orgogliosamente omofobi che ora, più di prima, si sentono autorizzati ad esternare il proprio odio in nome della “libertà di pensiero”.

La risposta di molti altri ascoltatori e della comunità lgbtq non si è fatta attendere. Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, in una nota, ha scritto: “Tra una radio economicamente affermata e mediaticamente potente e un ragazzino che viene perseguitato per il suo orientamento sessuale, le vittime non siete certo voi. (…) Non chiediamo censura, pretendiamo rispetto!”
Tra i commenti, c’è chi propone il boicottaggio delle aziende che acquistano la pubblicità su Radio Globo e in particolare durante la trasmissione in questione. Un programma che tenta, con un linguaggio politicamente scorretto, di fare il verso alla ben più celebre “Zanzara” di Radio24, con un conduttore che forse vorrebbe essere il nuovo Giuseppe Cruciani di Roma, ma senza averne capacità né competenze.
Un’altra brutta pagina per l’informazione italiana. Spegniamo la stupidità, spegniamo l’omofobia.


Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..
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