I militari Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, entrambi con il grado di carabiniere scelto, e il vice-brigadiere Francesco Tedesco sono imputati di omicidio preterintenzionale nel processo per la morte di Stefano Cucchi, dopo la richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Roma, firmata dal capo dell’ufficio Giuseppe Pignatone e dal sostituto Giovanni Musarò. I tre carabinieri sono stati sospesi dal servizio, con lo stipendio dimezzato. La decisione è stata presa ieri dal comando generale dell’Arma.
L’accusa: omicidio preterintenzionale di Stefano Cucchi
Secondo l’accusa, il 16 ottobre 2009 i tre carabinieri, «dopo aver proceduto all’arresto di Stefano Cucchi nella flagranza dei delitti di illecita detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, e dopo aver eseguito la perquisizione domiciliare, in concorso tra loro, colpendo Cucchi con schiaffi, pugni e calci, fra l’altro provocandone una rovinosa caduta, cagionavano al predetto lesioni personali in parte con esiti permanenti, ma che nel caso di specie, unitamente alla condotta omissiva dei sanitari che avevano in cura il Cucchi presso la struttura protetta dell’ospedale Pertini di Roma, ne determinavano la morte». Stefano Cucchi è morto una settimana dopo, il 22 ottobre.
Ilaria Cucchi: “Giusto. Non meritano di indossare quella divisa”.
La sorella, Ilaria Cucchi, da anni porta avanti la battaglia per la verità sulla morte del fratello. Nella serata di ieri, su facebook ha scritto: “Apprendo la notizia che le tre persone coinvolte direttamente nel ‘violentissimo pestaggio’ (come definito dalla Procura di Roma) di Stefano Cucchi sono state sospese dall’Arma dei Carabinieri. Credo che questo sia giusto e sacrosanto proprio a difesa e a tutela del prestigio dell’Istituzione. Ora non potranno più nascondersi dietro una divisa che non meritano di indossare”.