Non solo i gas di scarico delle auto, ma anche sostanze più insospettabili contribuiscono a inquinare l’aria delle città. Negli ultimi anni diverse grandi città italiane hanno superato i limiti per l’inquinamento atmosferico rendendo necessaria l’adozione di limitazioni al traffico cittadino. Milano, Torino, ma anche Roma. La Pianura Padana, Veneto e Lombardia sono le aree più inquinate. Ma perché la nostra aria è così “sporca”? Cosa respirano i nostri polmoni ogni giorno?
Secondo gli ultimi studi, 9 persone su 10 vivono, studiano e lavorano inalando aria fortemente contaminata. Per gli effetti dell’inquinamento atmosferico muoiono prematuramente, ogni anno, 800 mila persone in Europa, e quasi 8,8 milioni di persone nel mondo: più di quelle che si porta via il fumo di sigaretta.
La maggior parte degli inquinanti dell’aria deriva dall’utilizzo di combustibili fossili che usiamo per far muovere auto e aeroplani, per scaldare le nostre case, produrre cibo, illuminare le strade, estrarre materie prime e far funzionare gli stabilimenti industriali.
Il termine indica l’insieme delle sostanze – solide e liquide – sospese nell’aria con un diametro fino a mezzo millimetro, dovute sia ad attività naturali (pollini, polvere, sali) sia a quelle umane (industrie, riscaldamento, traffico).
Oltre alle polveri sottili, ci sono altre sostanze che in concentrazioni sostenute nell’aria possono essere pericolose per la salute. I motori diesel, per esempio, emettono notevoli quantità di biossido di azoto, ritenuto cancerogeno. Ci sono poi i composti del carbonio, come il monossido di carbonio (CO) e l’anidride carbonica (CO2). Gli alti livelli di CO2 disciolti nell’aria sono tuttavia tra i primi responsabili del riscaldamento globale tramite l’effetto serra: impediscono alla Terra di disperdere parte del calore ricevuto dal Sole.
Gli attuali limiti, cui fanno riferimento le Agenzie per l’ambiente delle varie regioni, e che determinano poi misure come il blocco del traffico, sono stabiliti dal decreto legislativo 155 del 2010, realizzato per recepire la direttiva 2008/507CE dell’Unione Europea sulla qualità dell’aria tra gli stati membri.
La legge prevede che per il PM10 non si superino i 50 microgrammi per metro cubo in media in una giornata e che il dato medio annuale non superi i 40 microgrammi al metro cubo. Chi li supera? La maglia nera spetta al Veneto. Padova e Rovigo hanno superato i 100 microgrammi per metro cubo e Venezia, Verona, Vicenza e Treviso con valori tra gli 80 e i 99. Anche in Emilia-Romagna diversi capoluoghi hanno superato la soglia di 100, tra cui Modena, Bologna, Ferrara e Rimini.
Lombardia
Milano – 90 microgrammi / mc
Bergamo – 62 microgrammi / mc
Brescia – 67 microgrammi / mc
Monza – 78 microgrammi / mc
Piemonte
Torino – 94 microgrammi / mc
Alessandria – 91 microgrammi / mc
Asti – 93 microgrammi / mc
Vercelli – 83 microgrammi / mc
Nella Pianura Padana, le soglie di inquinamento sono altissime anche per la conformazione geografica del bacino padano e delle sue condizioni meteorologiche: la mancanza di vento e la stabilità atmosferica fanno sì che le sostanze inquinanti disciolte nell’aria ristagnino, senza che siano disperse. Qui, inoltre, sono presenti alcune delle più grandi città più industrializzate, con la conseguente emissione di grandi quantità di sostanze inquinanti nell’atmosfera.
Sono le attività umane a immettere la maggior parte degli inquinanti in atmosfera. Se utilizzassimo fonti di energia rinnovabile non solo ridurremo le emissioni che contribuiscono all’effetto serra, che riscalda il Pianeta e determina il fenomeno del riscaldamento globale, ma diminuirebbero di molto le morti legate alla contaminazione dell’aria.
Inoltre, usare sempre di più i mezzi di trasporto privato contribuisce a peggiorare la qualità dell’aria. Ecco perché le amministrazioni possono fare tanto, migliorando il trasporto pubblico. Ma anche noi: se fossimo meno pigri e più attenti al nostro ambiente, potremmo fare molto per salvare la Terra e respirare meglio.