Dal 1° agosto sono partite le nuove regole, l’abolizione totale da gennaio. Proteste a Napoli. Le opposizioni: “Governo brutale contro i poveri”. Scatta l’allarme dei servizi sociali. La denuncia del Comuni: “Noi lasciati soli”.
La Redazione
La legge di bilancio 2023 (L 197 del 29.12.2022) ha modificato in senso restrittivo il reddito di cittadinanza, come preannunciato dalla maggioranza nei mesi scorsi. Secondo i dati Inps, a giugno hanno ricevuto il sussidio 895 mila nuclei familiari, per un totale di quasi 2 milioni di persone. Il 28 luglio sono partiti, invece, i primi sms con la sospensione del reddito: hanno ricevuto la comunicazione circa 169 mila nuclei familiari. Chi non ha ricevuto l’sms continuerà a percepire il reddito di cittadinanza fino a fine anno.
L’allarme sociale
Nel fine settimana ci sono state diverse proteste, soprattutto a Napoli, la città con il maggior numero di sospensioni: gli sms sono stati oltre 21.500, su un totale di quasi 37mila sussidi. Centinaia sono state le chiamate all’Inps per avere informazioni. Ha espresso preoccupazione anche Gianmario Gazzi, presidente degli assistenti sociali. «La sospensione via sms sta scatenando una guerra sui servizi sociali», ha detto. E ha chiesto di «intervenire immediatamente prima che le minacce di assalto ai servizi sociali diventino realtà, prima che qualche assistente sociale venga aggredito».
Anche i Comuni hanno denunciato di essere stati lasciati soli. Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, ha detto: «È un momento difficile, l`inflazione ha acuito i problemi delle fasce deboli della popolazione, e il governo non può lasciare i sindaci da soli a tenere la comunità. Senza risorse».
Le opposizioni hanno criticato duramente la scelta del governo. Per Giuseppe Conte si tratta di una «guerra ideologica condotta sulla pelle dei più deboli». Per Elly Schlein è una «scelta brutale contro i più poveri».
In questi anni il reddito di cittadinanza si è rivelato abbastanza efficace come misura di contrasto alla povertà, ma ha funzionato poco per l’attivazione del mercato del lavoro.
Cosa accadrà ora
A partire dal 1° settembre 2023 sarà in vigore il nuovo strumento chiamato “Supporto per la formazione e il lavoro” (qui, la pagina del Ministero del Lavoro): è rivolto a persone di età compresa tra 18 e 59 anni, con un valore dell’ISEE familiare non superiore a euro 6.000 annui, che non hanno i requisiti per accedere al futuro ‘Assegno di inclusione’. Il supporto garantirà un assegno mensile di 350 euro per tutta la durata dei corsi o di altri progetti di inserimento al lavoro, per un massimo di 12 mesi e senza possibilità di rinnovo.
Dal prossimo gennaio 2024 invece scompare del tutto il RdC che sarà sostituito dall’assegno di inclusione per le famiglie che il governo considera più fragili: quelle in cui c’è almeno un minore, una persona con disabilità o una che ha più di 60 anni. Per loro, valgono le stesse regole dell’attuale reddito di cittadinanza e anche l’importo massimo dell’assegno resterà uguale: 500 euro per una persona single, a cui si possono aggiungere fino a 280 euro per l’affitto. L’importo e i limiti possono poi cambiare a seconda della composizione della famiglia. L’assegno di inclusione sarà erogato per un massimo di 18 mesi, ma potrà essere rinnovato più volte per periodi successivi di 12 mesi: prima di ogni rinnovo ci sarà un mese di sospensione.
Secondo le stime del governo, sono 733 mila le famiglie che potenzialmente potranno beneficiare della misura e per certi versi l’assegno di inclusione è più generoso del RdC: il governo infatti ha abbassato da 10 a 5 anni il tempo minimo di residenza in Italia necessario per poterlo richiedere, aumentando così la platea dei possibili percettori tra gli stranieri.