Di deepfake si parla da tempo, ma senza troppi clamori. Se ne è tornato a parlare dopo il video fasullo di Matteo Renzi trasmesso da Striscia la Notizia. I deepfakes sono video che ritraggono soggetti più o meno famosi in atteggiamenti sconvenienti o che pronunciano frasi fuori luogo. Si sovrappongono ad arte immagini della “vittima” e vengono generati ricorrendo all’intelligenza artificiale e al machine learning, una tecnica di apprendimento automatico conosciuta come rete antagonista generativa. Si ricrea in questo modo il volto e la voce di una persona, come se fosse ripresa da una telecamera. A scopo dimostrativo, si è ridato virtualmente vita ad Albert Einstein, Salvador Dalì, Marilyn Monroe, Fëdor Dostoevskij e, addirittura, alla Gioconda ritratta da Leonardo da Vinci. Bastano poche immagini di una persona per produrre un video deepfake difficile da riconoscere come tale.
Ora, i deepfakes sbarcano in politica per alimentare fake news e bufale. La diffusione di video finti preoccupa e inquieta. La difficoltà sempre maggiore nel distinguere ciò che è vero da ciò che è falso è lo specchio di “una società ostaggio di simulacri e finzioni”, come aveva previsto Baudrillard. I deepfakes sono sempre più evoluti e più pericolosi, una minaccia all’informazione digitale e alla democrazia: non è un caso che a partire dal 2018 il termine deepfake sia entrato ufficialmente nel dibattito politico e giuridico statunitense, dopo la diffusione di un finto video di Barack Obama, con un discorso alla nazione che non è mai stato pronunciato dall’ex presidente.
Google ha pubblicato pochi giorni fa un database contenente circa 3.000 deepfake con lo scopo di aiutare nello sviluppo di soluzioni software utili per il riconoscimento automatico dei video farlocchi.
Non è uno scherzo. E se oggi, anche la TV generalista propone contenuti simili significa che la tecnologia è ormai alla portata di (quasi) tutti.
Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..