Elodie, Ghali, Marracash, Vasco Rossi, Giorgia, Vanessa Incontrada e molti altri si sono schierati in questi ultimi mesi contro l’estrema destra. Per Giorgia Meloni è la solita “lobby della sinistra”, ma la realtà è ben altra.
Le elezioni politiche si avvicinano e anche in questa tornata elettorale tanti artisti e musicisti hanno preso posizione, in queste ultime settimane e mesi. Mentre Laura Pausini si è rifiutata di cantare in Spagna Bella Ciao «per non essere strumentalizzata da nessuno” (divenendo così di fatto la musa di Matteo Salvini sui social), in tanti si sono schierati a viso aperto contro le posizioni ultra reazionarie della destra italiana.
Lo scorso ottobre, Vasco Rossi, in occasione della presentazione del nuovo album “We are here” diceva: «Salvini e Meloni creano odio per ottenere consensi». E sui No Vax, difesi dall’ultradestra: «La libertà non è quella. La libertà ha senso quando è entro un limite, altrimenti è caos. Questo lo avevamo capito già negli anni ’70, non mi aspettavo di tornare indietro come stiamo facendo adesso, che mettiamo in discussione cose che mi erano molto chiare».
La cantante romana Elodie, madrina del Romapride 2022, si è schierata contro il programma di Fratelli d’Italia: «A me sinceramente fa paura», ha twittato. Elodie ha più volte criticato in passato le posizioni politiche di Giorgia Meloni, in particolare quelle contro gli immigrati e la difesa della famiglia naturale. La stessa posizione è sta espressa da Ghali e Marracash (che ha detto: «Giorgia Meloni è donna, ma le sue idee vanno contro la storia del femminismo»).
Vanessa Incontrada non ha usato mezzi termini: «Giorgia Meloni mi fa molta paura. Non amo e non condivido il suo tipo di politica. La manifestazione a cui ha partecipato in Spagna con Vox mi ha scosso molto, perché conosco bene Vox, portavoce di un estremismo di destra per me inconcepibile». E su aborto, adozioni, famiglie: «Vorrei ascoltare parole di libertà, non solo libertà di parola».
Anche Chiara Ferragni si è schierata pubblicamente: «FDI vuole riproporre la legge sulla sepoltura dei feti senza il consenso della donna. È una pratica umiliante e una violenza psicologica che va abolita».
Alcuni mesi fa, dopo un tweet del leghista Salvini («Se non la pensi come Gemitaiz sei un razzista»), il rapper ha risposto via social: «Politico fallito, guadagni meno di me. Sei un ladro, ti ha preso in giro tutto il mondo, fai ridere me e tutti i miei amici».
La risposta Giorgia Meloni, smontata
A tutti, Giorgia Meloni ha risposto da un comizio a Catania: «È perché dichiarare simpatie di destra gli impedirebbe di lavorare nel mondo dello spettacolo? È questa la democrazia?».
La realtà del rapporto tra cultura e politica, tuttavia, è ben diverso e il vittimismo, per la destra, non può essere la risposta. I nomi in questione sono infatti artisti da sempre schierati dalla parte dei diritti umani e civili di tutte le minoranze, dai migranti alla comunità Lgbtq+. Le posizioni della destra italiana su questi temi sono note e di netta chiusura. Perché, dunque, un artista dovrebbe schierarsi con l’ultradestra che difende le democrature dell’Est e porta avanti rapporti ambigui con i ditattori sanguinari del mondo, Putin in testa?
Eppure a destra, nomi noti della Tv ci sono, eccome. Alcuni esempi? Povia, Enrico Ruggeri, Pupo, Rita Pavone, Iva Zanicchi, Al Bano, Mariano Apicella, Valeria Marini, Francesca Cipriani. Ma forse la destra non ne è particolarmente orgogliosa ed evita di citarli?
Inoltre, si pone ancora una volta il tema dello spazio che la destra, nel suo lessico, ha riservato alla cultura in questi anni. Pigi Battista nel saggio “Il partito degli intellettuali” (2001) scrisse: «Non c’è stato nessun diktat poliziesco, nessuna imposizione autoritaria alle origini dell’egemonia. Semplicemente, a differenza dei suoi avversari, la sinistra ha conferito alla cultura uno status e un rango di incomparabile valore».