Lunedì, nel suo primo giorno da presidente, Trump ha firmato decine di ordini esecutivi: tra le altre cose, ha graziato centinaia di persone coinvolte nell’assalto al Campidoglio e ritirato gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima.
La Redazione
Lunedì 20 gennaio, quando in Italia erano le 18, a Washington D.C. Donald Trump ha prestato giuramento diventando il quarantasettesimo presidente americano. Nel suo primo giorno alla guida degli Stati Uniti, ha firmato decine di ordini esecutivi, cioè decreti presidenziali con effetto immediato: circa 50, che comprendono anche la revoca di circa 80 ordini esecutivi firmati dal suo predecessore Joe Biden. I temi sono molto diversi tra loro, come politiche molto più rigide e restrittive sull’immigrazione, la sospensione del blocco di TikTok e il ritiro dagli accordi di Parigi sul clima. Trump ha anche dato la grazia a centinaia di persone coinvolte nell’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021. Ha bloccato temporaneamente l’ingresso di tutti i richiedenti asilo al confine e ha istituito nuovamente l’obbligo di attendere in Messico che la propria domanda venga esaminata. Ha inoltre promesso la più grande campagna di “deportazione di immigrati” della storia americana.
Trump contro “l’ideologia Gender”
Trump ha firmato un ordine esecutivo in cui ha affermato che esistono solo due generi, quello maschile e quello femminile, «per proteggere le donne dall’ideologia gender». Ha eliminato anche a livello federale i cosiddetti programmi di diversità, equità e inclusione (sintetizzati con l’acronimo inglese “DEI”), che erano stati introdotti per tutelare i gruppi minoritari nelle procedure di assunzione e nella formazione, ma che nel corso del tempo erano stati criticati da più parti.
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Le altre misure
Trump ha firmato anche il ritiro degli Stati Uniti dall’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità). Come promesso ha anche ordinato il cambio del nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America”, e quello del Monte Denali, che si trova in Alaska, in Monte McKinley. Ha approvato inoltre una serie di ordini nell’ambito della diminuzione della spesa pubblica: ha bloccato le assunzioni a livello federale tranne che per le forze armate e ha eliminato la possibilità di lavorare “da remoto”, in smart working, per i dipendenti degli uffici federali.