La scrittrice è morta giovedì a 51 anni, da tempo era malata di cancro. Sabato, in migliaia hanno partecipato al funerale nella Chiesa degli Artisti di Roma, tra letture dei suoi libri, bandiere partigiane e “Bella ciao”.
La Redazione
Scrittrice, drammaturga, opinionista, ha raccontato sui social i momenti privati e la sua lotta contro il tumore, celebrando la sua famiglia queer e continuando le sue battaglie da attivista per i diritti. Michela Murgia è morta nella serata di giovedì, all’età di 51 anni. In un’intervista al Corriere della Sera, a maggio ha rivelato di soffrire di un cancro ai reni al quarto stadio e ha scelto di vivere pubblicamente il periodo della sua malattia. Lo scorso 11 giugno Murgia ha annunciato il ritiro dall’attività pubblica e a metà luglio ha sposato l’attore e regista Lorenzo Terenzi.
Sabato pomeriggio, in migliaia a Roma hanno partecipato ai funerali della scrittrice tra letture dei suoi libri, bandiere partigiane dell’Anpi, le note di “Bella ciao” e il canto della sua terra: “No potho reposare, non posso riposare”.
Alle esequie era presente tutta la sua famiglia “queer” e tra gli altri, l’amico Roberto Saviano, la segretaria dem Elly Schlein, Francesca Pascale con la moglie Paola Turci. Nel suo discorso in chiesa, Saviano ha detto: «Sono disperato. Ci lascia il compito di difendere i diritti. A fare più male a Michela non sono stati gli odiatori ma chi non prendeva posizione». L’amica Chiara Valerio, tra lacrime e sorrisi: «Di lei parlerò solo al futuro perché parlarne al passato è difficile».
Nata in Sardegna, a Cabras nel 1972, Michela Murgia ha esordito con Il mondo deve sapere (2006), romanzo tragicomico sul mondo dei call center, che ha ispirato l’opera teatrale omonima e il film Tutta la vita davanti di Paolo Virzì (2008). Nel 2008 ha firmato Viaggio in Sardegna e due anni dopo è uscito Accabadora, premio Super Mondello e premio Campiello, mentre è del 2011 Ave Mary, riflessione sul ruolo della donna nel contesto cattolico. Le sue opere successive sono Presente, L’incontro. Il saggio breve sul femminicidio L’ho uccisa perché l’amavo. Falso!; e ancora Futuro interiore, L’inferno è una buona memoria, il saggio Istruzioni per diventare fascisti, Noi siamo tempesta. Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo. Stai zitta, God save the queer. Catechismo femminista e infine l’ultimo Tre ciotole, entrato subito in testa alle classifiche di vendita. Negli ultimi dieci anni aveva portato avanti battaglie femministe e antifasciste attraverso i suoi libri, la televisione, la radio, social network e monologhi, divenendo la scrittrice forse più nota e, sicuramente, tra le più lette e amate.