Addio a Bergoglio: il papa che ha rivoluzionato la Chiesa si è spento questa mattina alle 7.35. L’annuncio della morte è stato dato, nella Cappella di Casa Santa Marta, dal cardinale Kevin Farrell. Ieri aveva partecipato alle celebrazioni della Santa Pasqua a San Pietro. Aveva 88 anni, era papa dal 2013.
Di Mauro Orrico
“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre“. Con queste parole, il cardinale Kevin Farrell ha annunciato la morte del papa. Il 23 marzo era stato dimesso dal Policlinico Gemelli di Roma, dov’era ricoverato dal 14 febbraio a causa di una polmonite e varie altre complicazioni all’apparato respiratorio. Un ictus è stata la probabile causa della morte. Francesco è stato il primo papa gesuita, nonché il primo originario di un paese non europeo da molti secoli, e il primo a scegliere come nome Francesco. Aveva 88 anni, è stato eletto nel 2013 ed è stato in carica poco più di 12 anni. Il corpo sarà esposto per tre giorni a San Pietro.
Il papa degli ultimi
Bergoglio è stato probabilmente il papa più progressista di tutti, dai tempi di Paolo VI e per questo è stato apertamente osteggiato dagli esponenti della chiesa più conservatori, spalleggiati talvolta da politici di destra, alcuni dei quali hanno perfino sostenuto la teoria del complotto sulla legittimità della sua elezione dopo le dimissioni di Benedetto XVI. Fin dall’inizio del suo pontificato ha scelto di vivere a Casa Santa Marta, una struttura più semplice rispetto all’appartamento papale del Palazzo Apostolico.
Le sue posizioni sono state chiare fin dall’inizio, con il suo primo viaggio a Lampedusa, l’isola simbolo del dramma dei migranti, tema sul quale ha sempre dimostrato enorme attenzione. In quell’occasione Francesco criticò la «cultura del benessere», parlò in termini molto amari della globalizzazione, diventata «globalizzazione dell’indifferenza», ringraziò i lampedusani per «l’esempio di accoglienza che ci state dando, che avete dato e che ancora ci date». E poi buttò una corona di fiori al largo dell’isola. Pochi anni dopo, ha definito il Mediterraneo un cimitero perché «tanti migranti potevano essere salvati».
In questi anni, ha sempre sostenuto l’urgenza e la necessità della pace, in Ucraina come a Gaza. Sul genocidio del popolo palestinese non è mai rimasto in silenzio, condannando apertamente il governo di Benjamin Netanyahu.
Sul tema dei diritti, il pontificato di Francesco è stato il primo in termini di accoglienza e apertura, dopo decenni di rigidità, prima sotto Giovanni Paolo II poi con Benedetto XVI. Sul volo di ritorno da un viaggio in Brasile, disse a un giornalista: «Se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare o emarginare queste persone». Le sue parole ebbero enorme risonanza e hanno rappresentato una svolta storica. Più volte, durante il suo pontificato, Francesco ha incontrato e accolto persone omosessuali e transessuali e ha annunciato l’ipotesi di poter benedire le coppie gay, poi ridimensionata da un comunicato stampa. L’anno scorso è stato però molto criticato per aver detto, ma in un contesto molto informale – che nei seminari «c’è già troppa frociaggine», dichiarazioni per cui poi si è scusato. Restano, tuttavia, le aperture storiche, mai pronunciate da un papa, prima di Francesco.
Nell’agosto 2017, il Pontefice ha chiesto perdono a tutte le vittime della pedofilia che ha definito “un’assoluta mostruosità, un peccato terribile, che contraddice tutto quello che la Chiesa insegna”.
Nel 2015 Francesco ha pubblicato la sua prima enciclica, ovvero una lettera papale inviata a tutte le parrocchie cattoliche del mondo, scegliendo di incentrarla sul cambiamento climatico, un tema fino a quel momento rimasto quasi del tutto fuori dagli interessi della Chiesa. In questi anni, ha parlato tanto di lotta alla povertà e alle disuguaglianze, ma anche di inclusione delle donne nel clero e della possibilità per i sacerdoti di sposarsi. Durante il suo papato Francesco ha anche avviato un’indagine interna allo IOR, la potente banca vaticana e ha nominato per la prima volta una donna, la francese Nathalie Becquart, a sottosegretaria del sinodo dei vescovi. Durante il suo papato, Francesco ha rinnovato circa due terzi del conclave, cioè dell’assemblea dei cardinali che eleggerà il suo successore.
Con papa Francesco si spegne una delle poche, ultime luci rimaste accese sui temi della pace, dell’accoglienza, dell’inclusione e del dialogo, in un contesto sociale e politico internazionale sempre più buio.