Esplorare il rapporto tra le nuove tecnologie e la natura, sperimentare nuovi linguaggi dell’estetica sonora e visiva. È ciò che fanno, da poco meno di 10 anni, Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli, due innovatori del settore audiovisivo che nel 2009 hanno dato vita al progetto Quiet Ensemble. Tra i loro lavori più signicativi l’orchestra di pesci rossi di Quintetto, le Orchestre Invisibili mappate in diversi parchi italiani, Orchestra da Camera del 2013, un’orchestra costituita da topolini che corrono su delle ruote collegate a carillon sulle note di Brahms, Mozart, Shubert.
Dalla notte del 31 dicembre alla sera del 1° gennaio, anche i Quiet Ensemble partecipano a #LaFestadiRoma, il Capodanno della Capitale che porterà nelle piazze di Roma oltre 100 performance e più di 1.000 artisti da 46 paesi.
Ephemeral è il titolo dell’opera site-specific creata dal duo italiano per Piazza Sant’Anastasia: lo spettatore potrà immergersi in uno spazio effimero, una vera e propria nuvola in continua mutazione costituita da colori pieni, arcobaleni stroboscopici, temporali e albe.
In questa intervista, i Quiet Ensemble ci raccontano cosa vedremo.
Con la Fondazione Romaeuropa, porterete a “La Festa di Roma”, una Nuvola molto speciale. Di cosa si tratta?
Andremo a creare un ambiente immersivo, sensoriale.. un immaginario effimero dove il pubblico potrà perdersi e vivere la sensazione di trovarsi all’interno di una nube. Il lavoro è dettato in gran parte dal caso, il vento, la temperatura e l’umidità giocheranno un ruolo fondamentale per la corposità della nube e i suoi movimenti, saremo spettatori del gioco della casualità.
Quasi 10 anni di progetti, performance, installazioni, in Italia e in Europa. Come è nato il vostro incontro e come nasce “Quiet Ensemble”?
Ci siamo trovati nello stesso luogo allo stesso momento in una situazione ideale, ci era stato proposto uno spazio (anche con altri ragazzi) in cambio di un supporto tecnico, abbiamo quindi cominciato la ricerca insieme. Ricerca che si è concretizzata inizialmente con progetti audiovideo, e si è trovata poi ad analizzare gli elementi naturali, casuali e nascosti che abbiamo intorno. Inizialmente lavoravamo esclusivamente alla produzione di installazioni, le performance sono venute in un secondo momento.
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In questi 9 anni, quali sono stati i lavori o le collaborazioni a cui vi sentite più legati?
Quintetto è stato uno dei lavori più importanti, ci ha aperto molte possibilità e soprattutto ci ha aperto la visione su un campo di ricerca molto vasto e che ci riempiva di curiosità. Orienta è importante perché sottolinea una poetica e una visione per noi fondamentale, una sorta di riassunto della ricerca Quiet: l’attenzione alle piccole cose.. A ciò che è invisibile.. l’elogio alla lentezza. La performance The Enlightenment, invece, ci ha permesso di esplorare un altro mondo, quello della luce. Come collaborazioni naturalmente Romaeuropa è stata molto importante, ci ha supportati quasi dall’inizio, fino ad oggi.
Quali sono i vostri progetti in cantiere?
Non è facile definire un solo progetto, abbiamo diverse idee che vorremmo sviluppare. La prossima che vorremmo concretizzare è uno spettacolo musicale dove cerchiamo di equilibrare gli elementi del caso, sottolineandoli con la luce, utilizzando specchi e vetri. Ci saranno aggiornamenti a breve.
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