Calci, pugni e bottigliate. Questo è il trattamento che è stato riservato, una settimana fa, a 3 ragazzi all’uscita da un locale milanese. Gli aggressori erano 8, hanno iniziato ad urlare froci. Poi, dei tre, uno è fuggito, uno si è rotto il naso e l’altro ha riportato una frattura scomposta alla testa che ha reso necessario un intervento chirurgico. Poche ore dopo, anche Roma si è ritrovata a dover affrontare l’ennesimo caso di omofobia. Un 24enne siciliano da due anni nella Capitale, è stato aggredito in via Tuscolana alle 20 del 22 gennaio da due 50enni romani. Anche qui, insulti sulla sua omosessualità, e poi pugni e schiaffi. Il ragazzo è stato scaraventato contro la fioriera di un bar, riportando una prognosi provvisoria di 15 giorni. Tutti hanno denunciato le aggressioni subite alle Forze dell’ordine. Due episodi che ancora una volta dimostrano il clima persistente di odio che nel nostro paese esiste verso le persone lgbt. Due fatti che riportano all’attenzione dell’opinione pubblica la necessità e l’urgenza di una legge che introduca nel nostro ordinamento il reato di omofobia.

(In foto, a sinistra, il blogger e attivista Stefano Sechi. A destra, i due ragazzi aggrediti a Milano)

La proposta di legge contro l’omofobia – che amplia la lista delle discriminazioni previste dalla legge Mancino – è inchiodata alla commissione Giustizia del Senato dal giorno in cui ci è arrivata: il 20 settembre 2013, subito dopo l’approvazione alla Camera. Colpa dell’ostruzionismo di Ncd, ma non solo. L’emendamento Gitti doveva rappresentare un tentativo di compromesso con l’ala cattolica della maggioranza, facendo valere la legge per i singoli ma non per le organizzazioni religiose, sindacali e politiche. Arcigay ha definito l’emendamento “irricevibile”. PdL, Movimento 5 Stelle e SEL hanno votato contro e PD, Scelta Civica e Lega Nord lo hanno approvato. Il risultato è che il testo è fermo e nessuno, tra le forze di governo, ne promette la calendarizzazione.

L’intervista | Stefano Sechi
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Stefano Sechi
(in foto) è un blogger, vittima due anni fa di un’aggressione omofoba. Dopo questo episodio è iniziato il suo attivismo per i diritti delle persone lgbt. Con altri ragazzi ha fondato WEQUAL,  “appsociazione”  che promuove l’uguaglianza delle persone, contro ogni forma di discriminazione. Wequal, oggi, conta oltre 270mila fans su facebook. Noi lo abbiamo incontrato.

Negli ultimi giorni, altri due casi di omofobia, non in piccoli paesi di provincia, ma a Roma e Milano. E’ pericoloso essere gay in Italia?
Cito una frase del film Mambo Italiano: “Non c’è niente di peggio al Mondo che essere gay ed italiano”. Ovviamente una frase, volutamente, ironica e provocatoria. E’ pericoloso essere gay in Italia solo se si è se stessi, solo se non si ha paura di esserlo davanti agli occhi di tutti.

Come Wequal avete lanciato un appello affinché il Parlamento approvi quanto prima una legge contro l’omofobia. M5S, Pd e Sel hanno depositato in questa legislatura diverse proposte. Ma il ddl non è ancora legge.
La legge contro l’omofobia è ferma li, non si muove. In tal proposito noi di WEQUAL a breve lanceremo un progetto, di cui però ora non posso ancora parlare.

Se potessi rivolgere un appello al Presidente del Consiglio Gentiloni cosa gli diresti?
Gli direi che tutte quelle aggressioni sono armate dallo Stato. Bisogna intervenire.

La presenza di cattolici e conservatori in tutti i partiti italiani non credi rischi di indebolire la proposta legge contro l’omofobia trasformandola in un altro compromesso al ribasso? Penso ai cattodem del Pd e agli alfaniani e alla loro contrarietà alla stepchild adoption e alla piena uguaglianza dell’amore lgbt, ma anche alle resistenze di una parte dell’elettorato del M5S o alla contrarietà totale della destra.
Il rischio del ribasso ovviamente c’è. Ci sarebbe nuovamente una forte discussione. Come scrivevo qualche giorno fa: “E’ arrivato il momento di pretendere una legge contro l’omofobia.
Anche se questo significherà ancora una volta accendere la televisione e sentire un gruppo di persone, che di te non sanno niente, avere un dibattito sul tuo essere, giudicarci in nome di una presunta e pretestuosa “libertà di pensiero” (che giustificherebbe ogni violenza morale), permettersi di dire quali diritti noi ci meritiamo. “

Esiste una “lobby gay” in Italia come sostengono i conservatori e le destre?
La lobby gay esiste. Forse prima c’è la necessità di analizzare il significato della parola Lobby. Le lobby sono un gruppo organizzato di persone che cerca di influenzare dall’esterno le istituzioni per favorire particolari interessi. In questo caso i nostri interessi riguardano solo una LA NOSTRA DIGNITA’.

Chiara Appendino risulta, da un noto sondaggio, la sindaca più apprezzata d’Italia eppure è tra i sindaci che più si sono schierati ed esposti a favore dei diritti delle persone lgbt. Così come il sindaco di Napoli De Magistris, al terzo posto o il fiorentino Nardella, al secondo. Il sostegno alla causa sembra dunque non intaccare il consenso popolare ma al contrario pare lo rafforzi. Pensi stia cambiando la percezione degli italiani su queste tematiche?
Penso che con l’abbattimento del muro sulle Unioni Civili molte cose stiano cambiando, penso che il popolo italiano si sia reso conto della semplicità dell’amore, in ogni sua forma. Secondo me oggi potremmo anche rimettere in discussione la stepchild adoption!!

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