Da Viterbo a Civita di Bagnoregio, da Caprarola alle città etrusche di Tarquinia e Tuscania, dieci buoni motivi per scoprire l’antica terra degli Etruschi.
Forse non è tra i territori più conosciuti, ma è senz’altro una delle aree più affascinanti e ricche di storia e bellezze d’Italia. La Tuscia Viterbese è un territorio molto vario attraversato da due catene montuose, i Monti Cimini e i Monti Volsini, due laghi vulcanici, il Lago di Vico e il Lago di Bolsena, sorgenti di acque termali, foreste e faggete, una pianura denominata Maremma Laziale e una costa che giunge quasi fino all’Argentario. Comprende porzioni di tre regioni (Lazio, Toscana e Umbria) che convergono nel cuore dell’Etruria, regione storica dell’Italia centrale. È anche la terra fulcro della civiltà etrusca, anche se Tuscia è il nome che le venne attribuito tra la fine dell’Impero Romano e l’Alto Medioevo. La Tuscia è una meta ideale per una vacanza o un lungo week end, lento e sostenibile.
Tra viuzze e palazzi con balconcini, profferli, archi a sesto acuto, Viterbo affascina come il suo centro storico, il quartiere San Pellegrino, uno dei meglio conservati d’Europa. Per oltre 20 anni fu sede pontificia e da qui deriva il suo soprannome di antica città dei Papi. Viterbo conserva un assetto monumentale tra i più importanti del Lazio: palazzi aristocratici, monumenti ricchi di opere d’arte, suggestivi quartieri medievali, chiese e chiostri di varie epoche, torri slanciate ed eleganti fontane in peperino, la tipica pietra delle costruzioni viterbesi. (Foto: Visit Viterbo)
Chiamata anche “la città che muore”, Civita di Bagnoregio è un gioiello arroccato su uno sperone di roccia tufacea, sembra un luogo dimenticato dalla storia. Certamente è uno dei borghi più belli d’Italia e del mondo. Per raggiungerlo bisogna attraversare un ponte lungo 200 metri che dalla collina più vicina conduce alla porta d’accesso al centro storico. Civita di Bagnoregio conta solo 11 abitanti a causa della condizione di precarietà strutturale che ha svuotato il paese. Ogni anno viene visitato da centinaia di migliaia di persone che arrivano da tutto il mondo per ammirare il suo aspetto fuori dal tempo e la sua atmosfera magica.
Il Sacro Bosco di Bomarzo ospita il Parco dei Mostri, uno dei luoghi più curiosi della Tuscia. Il parco è immerso nel verde, nella campagna viterbese. All’ingresso viene fornita una cartina sulla quale sono indicate tutte le statue presenti. Il biglietto costa 10 euro, vale la pena visitarlo per vivere la sua atmosfera (la prenotazione è obbligatoria). Oltre al Sacro Bosco meritano una visita anche Bomarzo e il suo centro storico.
Nelle due città, ancora oggi sono visibili le maggiori testimonianze della vita degli etruschi. A Tarquinia nel palazzo quattrocentesco del Vitelleschi si può visitare il museo archeologico dove ammirare le decorazioni del Tempio dell’Ara della Regina e numerosi sarcofagi. Il borgo medievale di Tuscania, collocato su un colle di tufo, offre, al di fuori della sua cerchia urbana, due splendide chiese in stile romanico-lombardo: la Chiesa di San Pietro, con il suo mirabile rosone centrale cosmatesco, e la Chiesa di Santa Maria Maggiore dai tre portali ricchissimi di decorazioni e dalla poderosa torre campanaria.
Area vulcanica per eccellenza, la Tuscia è una terra ricca di acque termali. La sorgente più famosa è quella del Bullicame, a circa 2 km da Viterbo, le cui acque sgorgano ad una temperatura di 58°C e alimentano le magnifiche Terme dei Papi a Viterbo. La monumentale piscina di oltre 2.000 mq è aperta tutto l’anno con orario continuato (il sabato anche la sera fino all’una di notte). Altre sorgenti termali, in parte utilizzate, si trovano nelle vicinanze di Orte e Vetralla con acqua sulfurea a 30°C.
Molti palazzi e ville principesche della Tuscia ospitano giardini meravigliosi, come quelli di Palazzo Ruspoli a Vignanello, di Villa Farnese a Caprarola o la splendida Villa Lante della Rovere a Viterbo. Il centro botanico Moutan di Vitorchiano vanta la più ricca e completa collezione al mondo di peonie, un pezzo di Cina trasportato nel viterbese. (Foto: Villa Lante – Visit Viterbo)
I due laghi sono due tesori inestimabili del territorio. Il Lago di Vico si trova nella zona di Caprarola e Ronciglione mentre quello di Bolsena (in foto) è circondato da alcuni affascinanti borghi come Marta, Capodimonte, Montefiascone e Bolsena. Vale la pena visitarli soprattutto nelle belle giornate per godere di qualche ora di relax.
Celleno è arroccato su uno sperone di tufo proprio nel cuore della Tuscia, a 350 metri di altezza. Il borgo è oggi disabitato e l’atmosfera è suggestiva e sospesa nel tempo. Le sue antiche mura sono oggi vive testimoni del passato, dalle quali ammirare il suo meraviglioso paesaggio immerso tra verdi vallate, campagne e borghi.
Il piccolo borgo di Caprarola custodisce un grande tesoro, il Palazzo Farnese. Nato come una fortezza per resistere agli attacchi dei nemici, oggi richiama tanti viaggiatori. Con il tempo il palazzo è diventato una elegante residenza della famiglia dei Farnese. Gli ambienti interni sono impreziositi da numerosi affreschi e i favolosi giardini fanno di questo Palazzo una delle più belle dimore rinascimentali del centro italia. Il biglietto d’ingresso costa 5 euro (intero) e 2,5 euro (ridotto). L’ingresso è gratuito la prima domenica del mese.
La ricchissima gastronomia della zona dei Monti Cimini e della Tuscia è semplice e genuina. Tra i piatti tipici, la zuppa di legumi, “l’acquacotta” a base di patate, cicoria, pomodori e cipolla, i tipici gnocchi e la gustosa polenta sulla spianatoia. Il pesce è cucinato in tutte le sue varianti, sia lungo il litorale marino che in prossimità dei laghi. Tra le pietanze di carne, l’abbacchio, cotto arrosto o alla cacciatora, la porchetta e la cacciagione accompagnata da funghi freschi locali. Molto peziosa è la produzione di olio extravergine di oliva delle zone di Canino, Vetralla e Bolsena, così come la viticoltura diffusa in tutto il territorio: i vini rossi e bianchi, secchi (Est-Est-Est, Colli Etruschi, Colli Cimini) e dolci (Cannaiola di Marta e Aleatico di Gradoli) ben si accompagnano ai dolci casarecci al gusto di nocciola (tozzetti) e castagne dei Monti Cimini.