“Siamo in 100 mila”: sabato sono scese in piazza a Roma oltre 200 sigle e partiti come Avs, Pd e M5s, per “difendere la democrazia” e dire No al ddl Sicurezza voluto dal governo Meloni.

La Redazione

“A pieno regime contro il ddl Paura”: con questo slogan si è aperto il grande corteo di sabato 14 dicembre a Roma contro il Ddl Sicurezza. In 100mila – secondo gli organizzatori – sono scesi in piazza, con oltre 200 sigle tra studenti, sindacati, associazioni e reti sociali. Hanno aderito anche Cgil, Anpi e Arci, esponenti di Avs, Pd, M5s e Rifondazione, movimenti per la casa, antiproibizionisti e per i migranti. Hanno partecipato anche molti nomi del cinema e dello spettacolo, come Elio Germano, Valerio Mastandrea, Zerocalcare, Michele Riondino. Tanti i cartelli: Dittatura senza democrazia, senza libertà, senza sicurezza”. “La repressione serve solo a rinforzare e unire le oppressioni. No ddl paura”, il grande manifesto sul camion che ha aperto il corteo: “Se voi fate il fascismo, noi seminiamo resistenza: no ddl paura”.

“Oggi siamo qui in piazza con tutto il Movimento per manifestare anche noi contro una lettura del bisogno di sicurezza che è completamente deformata”, ha spiegato il leader M5s Giuseppe Conte che ha raggiunto il corteo dopo essere stato ad Atreju.
“Il ddl è un provvedimento che non affronta assolutamente il tema della sicurezza dei cittadini”, ha sottolineato Angelo Bonelli di Avs: “È un disegno di legge illiberale: trasforma in narcotrafficanti tremila aziende che coltivano la canapa, causando il licenziamento di circa 15 mila persone”. Con Nicola Fratoianni che ha parlato di una “grande piazza di opposizione”. Per Francesco Boccia, capogruppo dei senatori del Pd, “il corteo è la dimostrazione che la democrazia non si cambia o limita per decreto come pensa di fare la destra. Continueremo ad opporci con tutte le nostre forze in Parlamento per far ritirare il provvedimento o per cambiarlo nelle parti in cui si mettono a rischio i diritti fondamentali di chi manifesta. Sono ossessionati da chi non la pensa come loro e insofferenti verso i contrappesi democratici, non cambiano mai”.

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