L’ultimo scontro è con la giudice di Catania sui migranti. Così, si è chiuso il mese peggiore dell’era Meloni, tra flop su immigrazione e caro vita, ritardi sul Pnrr e propaganda. Mentre cresce l’allarme sui tagli alla sanità.
La Redazione
L’ultimo sondaggio, pubblicato giovedì da Piazza Pulita su La7 è impietoso: oltre il 58% degli intervistati boccia il Governo Meloni, lo promuove appena il 41%. Sui singoli temi, poi, il tracollo è verticale: il giudizio è negativo per il 76% sull’immigrazione, per il 65% su sicurezza ed economia, il 62,9% sulla salute. Va male anche il prestigio dell’Italia e i rapporti con l’Europa: bocciato dal 59%. Va meglio a Giorgia Meloni: il consenso personale è del 48% contro il 52% di giudizi negativi. Quanto al consenso dei singoli partiti, le variazioni sono per tutti di pochi decimali, dunque, nettamente al di sotto del 3% del margine di errore dei sondaggi.
I dati registrano tutte le difficoltà e i limiti che il governo Meloni sta dimostrando, ad un anno dalla vittoria elettorale. Così come gli scontri di pochi giorni fa a Torino, con le durissime cariche sui manifestanti che in migliaia sono scesi in piazza, durante il Festival delle Regioni, per contestare la premier al grido di: “Non sei la benvenuta”.
Ma quali sono i temi più critici dell’agenda Meloni?
I tagli alla sanità
È l’ultima tegola pronta a cadere sulla testa degli italiani. Il governo ha annunciato i tagli sulla sanità e immediata è stata la protesta di tutti i governatori, anche di quelli di destra: tutti esprimono preoccupazioni per un settore già fortemente in difficoltà. Meloni si è difesa così: “La Sanità è una priorità, è miope giudicare solo dai fondi”. E la leader del Pd Elly Schlein ha attaccato l’esecutivo: “La beffa dopo il danno. Basta governare a colpi di propaganda”.
Immigrazione
Aveva promesso guerra agli scafisti e alle Ong e blocco navale. È probabilmente il maggior fallimento dell’esecutivo: in questo 2023 gli sbarchi sono stati 135mila, quasi il doppio dell’anno precedente, il dato più alto di sempre. E i rimpatri? Poco meno di 3mila. Del blocco navale, inattuabile, neanche l’ombra.
Dopo le divisioni con la Germania sulle Ong, l’ultimo scontro è stato con la giudice Iolanda Apostolico del tribunale di Catania dopo l’annullamento dei trattenimenti dei migranti nei Cpr. La premier Meloni l’ha attaccata dicendo: “Un pezzo di Italia aiuta illegalità”. La giudice ha risposto: “Non diventi caso personale”. Dura la replica dell’Anm: “Respingiamo con sdegno le accuse”. Per Elly Schlein: “La premier alimenta lo scontro istituzionale”.
Caro vita e accise
In questi ultimi mesi è aumentato il costo di quasi tutti i beni, ad iniziare dalla benzina. In campagna elettorale la destra aveva promesso il taglio delle accise: non è stato fatto ed oggi abbiamo il prezzo della benzina più alto che si ricordi. Sul caro vita, sono stati promessi solo pochi aiuti soltanto ai redditi bassi, mentre il governo ha cancellato il bonus del governo Draghi di 350 euro per i lavoratori autonomi.
Reddito di cittadinanza
Chi lo ha perso è stato avvisato solo 48 ore prima con un sms e per 12 mesi riceverà un “bonus” di 350 euro. In cambio dovrà frequentare dei corsi di formazione professionale che sarebbero dovuti partire il primo settembre. Ma che fine abbiano fatto non è ancora dato saperlo.
Politica estera
La linea filo-ucraina e atlantista di Giorgia Meloni si scontra con quella filo-Putin e anti-Ue di Matteo Salvini. Il patto con la Tunisia è stato un pesante autogol, mentre è conflittuale il rapporto soprattutto con la Germania. Intanto continua la piena sintonia tra Meloni e i sovranisti d’Europa, Orbàn i primis, che però non accettano la redistribuzione dei migranti e sono i Paesi che accolgono meno richiedenti asilo.
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Diritti e sanità
Nessun progresso sul tema dei diritti, ma solo passi indietro, come dimostra la guerra (quasi) quotidiana portata avanti per mesi da Giorgia Meloni contro le famiglie arcobaleno. Forse era solo un tentativo maldestro per distrarre l’opinione pubblica dai dati economici – tutti in negativo – in arrivo. Il Pil infatti crescerà meno del previsto e la povertà è in aumento. Così come aumenta il numero di chi dichiara che quest’anno rinuncerà alle cure mediche. Il silenzio è totale sulle altre grandi battaglie: fine vita, eutanasia legale, ius soli.
La Propaganda
Telemeloni è partita con i nuovi programmi Rai targati destra. Eliminati i volti scomodi o poco graditi, andati via Fazio, Berlinguer e Annunziata, restano i flop: il quiz su Raidue di Pino Insegno – amico personale della premier – precipita al 2% e va male anche il nuovo pomeriggio di Raiuno con Caterina Balivo e senza più Serena Bortone. “È sempre Cartabianca” su Rete4 doppia ormai regolarmente Raitre e i Tg Rai hanno perso oltre mezzo milione di telespettatori.
Quanto agli altri temi, non hanno portato i risultati sperati il taglio del cuneo fiscale, insufficiente e non permanente, e la tassa sugli extraprofitti, corretta ma molto limitata negli introiti.
Le Elezioni Europee sono ancora lontane, ma la campagna elettorale è già iniziata e lo scontro è anche interno. Così Giorgia Meloni ha avvisato l’alleato Salvini: “Se il governo cade, ci sono solo le elezioni”.