Dal 1° Gennaio è entrato in vigore in Estonia il matrimonio egualitario. Il Paese baltico, guidato dalla premier europeista Kaja Kallas, si allontana così sempre di più dalle influenze della Russia di Putin.
Di Mattia Di Benedetto
L’Estonia è diventata il primo Paese ex sovietico a legalizzare il matrimonio gay. Dopo l’approvazione avvenuta lo scorso giugno, il primo gennaio è entrata ufficialmente in vigore la legge voluta e sostenuta dal governo liberale e progressista della premier Kaja Kallas, che a marzo ha vinto nuovamente le elezioni battendo la destra sovranista. Kallas guida una coalizione filo-europeista formata dai Partito delle Riforme, dal movimento Eesti 200 e dal Partito Socialdemocratico.
La nuova legge che modifica il codice della famiglia avvicina l’Estonia ai paesi nordici dell’Unione Europea e la allontana ulteriormente dalle influenze autoritarie della Russia omobitransfobica e anti-occidentale di Vladimir Putin. In un parlamento composto da 101 seggi, hanno votato a favore 55 deputati e 34 hanno votato contro.
Già nel 2016 l’Estonia aveva approvato la legge per le unioni civili, nello stesso anno in cui l’istituto giuridico è stato introdotto anche in Italia. In questi anni, è aumentata nettamente la percentuale di estoni favorevoli al matrimonio tra persone dello stesso sesso: in un sondaggio condotto dal Centro per i Diritti Umani dell’Estonia, il 53% si è detto favorevole, mentre dieci anni fa era solo il 34%.
“Stiamo costruendo una società in cui i diritti di tutti sono rispettati e le persone possono amare liberamente” sono state le parole di Kaja Kallas.
Keio Soomelt, il responsabile del festival Baltic Pride, ha così commentato la riforma: “È un momento importante che dimostra che l’Estonia fa parte dell’Europa del Nord. Per la comunità LGBT+, è un messaggio molto importante dal governo che dice, finalmente, siamo uguali alle altre coppie; che siamo preziosi e abbiamo gli stessi diritti a servizi e opportunità”.