(Ri)scopriamo il cinema di Pedro Almodóvar, il Maestro del melodramma contemporaneo, attraverso i suoi dieci film più amati.
Dissacratorio, ironico, eccessivo, romantico, nostalgico. Pedro Almodovar è questo e molto altro. Nella sua oltre quarantennale carriera, ha fatto incetta di premi e statuette, divertendo ed emozionando il mondo, con il suo personalissimo universo creativo. Il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico spagnolo il 24 settembre scorso ha compiuto 70 anni, festeggiati con il Leone d’oro alla carriera all’ultimo festival di Venezia. Considerato il miglior regista spagnolo di tutti i tempi, si è aggiudicato due festival di Cannes, 2 premi Oscar, 5 premi Goya, 2 Bafta, 4 César, 2 David di Donatello, 4 European Film Awards e tanto altro. Il suo cinema è considerato irriverente, eccentrico, grottesco e ha raccontato meglio di chiunque altro il variegato universo della movida madrilena, espressione di quel fervore culturale che ha segnato il periodo post-franchista.
Noi abbiamo scelto 10 film di Almodòvar che vi consigliamo di vedere (o rivedere).
1. Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988)
Oltre ad essersi guadagnato 5 premi Goya e una candidatura all’Oscar come miglior film straniero, “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” ha definitivamente lanciato Almodóvar nel panorama cinematografico internazionale. Protagonista è Pepa (Carmen Maura), una doppiatrice lasciata dal fidanzato Ivan e incinta. Tra personaggi improbabili e un ritmo narrativo di altissimo livello, una commedia brillante e folle, forse la migliore della carriera di Pedro Almodòvar .
2. Carne tremula (1997)
Adattamento del romanzo “Carne viva” di Ruth Rendell, è un thriller in cui si intrecciano le storie di cinque persone, in una Madrid nel passaggio dalla Spagna franchista ai giorni nostri. Il film è un racconto sulla libertà di potersi esprimere liberamente dopo decenni di dittatura. Con Javier Bardem, Angela Molina, Liberto Rabal, Francesca Neri e Penelope Cruz.
3. Tutto su mia madre (1999)
Oscar come migliore film straniero, la pellicola ha fatto conoscere Almodòvar in tutto il mondo. Manuela, dopo la morte del figlio diciassettenne Esteban, va alla ricerca del padre che non gli aveva mai fatto conoscere, una transessuale di nome Lola, spostandosi da Madrid a Barcellona. Nella nuova città, la donna conoscerà una serie di personaggi che le cambieranno irrimediabilmente la vita. Un film doloroso, sensibile, che fa commuovere e ridere. Un cast eccezionale con Cecilia Roth e Penelope Cruz. Il capolavoro di Almodòvar.
4. Parla con lei (2002)
Il film è un dramma sentimentale che segue le vicende di Benigno (Javier Cámara), un giovane infermiere, e di Marco (Darío Grandinetti), uno scrittore argentino. Marco è innamorato di una torera che va in coma in seguito a un incidente durante una corrida. Anche Benigno è segretamente innamorato di una ragazza in coma, Alicia, che assiste come infermiere. L’intensa amicizia tra i due viene sconvolta da una serie di eventi drammatici ed inaspettati. Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
5. Volver (2006)
“Volver” è un film sulle donne e per le donne: figure femminili abbandonate e bastonate dalla vita, che però si fanno forza e si rialzano da sole. Tre generazioni di donne sopravvivono e rinascono di fronte alle atrocità della vita. Il film, che è valso la candidatura all’Oscar come miglior attrice a Penelope Cruz, è un chiaro omaggio di Pedro Almodòvar al neorealismo italiano.
6. La mala educaciòn (2004)
Due ragazzini scoprono l’amore in una scuola religiosa nei primi anni ‘60. Il direttore dell’istituto è padre Manolo, che ha una passione per uno dei due ragazzi. I tre si incontreranno molti anni dopo. Un noir intenso, presentato fuori concorso al 57° Festival di Cannes.
7. Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980)
Il film, titolo originale “Pepi luci bom y otras del monton” è l’esordio folgorante di Almodòvar al cinema. Dopo alcuni cortometraggi sperimentali eccolo nella sua prima opera, in origine in 16 mm gonfiato a 35 mm per le sale commerciali. Pepi coltiva pianticelle di marijuana sul balcone. Un poliziotto la scopre e accetta di non denunciarla in cambio della sua verginità. Per vendicarsi, Pepi chiede aiuto all’amica Bom che seduce la moglie masochista del poliziotto e lo fa bastonare dagli amici, che sbagliano e pestano il suo gemello. Un film volutamente sfacciato e irriverente, in uno stile che richiama il cinema underground newyorkese di Warhol, Morrissey, Waters. Una presa in giro completa del perbenismo, uno sfogo e un inno alla liberazione dalla dittatura franchista.
8. Dolor y Gloria (2019)
L’ultimo grande successo del regista spagnolo, Palma d’oro a Cannes per il miglior protagonista Antonio Banderas, è stato definito da molti il testamento spirituale di Almodóvar, che mette tutto se stesso nel personaggio di Salvador e ci racconta così il lato più privato ed intimo della sua vita. Il film, infatti, è la storia di un regista che, mentre sta vivendo un periodo di crisi fisica e creativa, ripensa ai giorni della sua infanzia, insieme al padre e alla madre Jacinta (Penélope Cruz), in un paesino vicino Valencia.
9. Julieta (2016)
Julieta (Emma Suárez) è una professoressa di 55 anni che decide di scrivere a sua figlia Antia, di cui non ha notizie da 12 anni, tutto ciò che del suo passato le ha sempre tenuto nascosto. Il rapporto conflittuale tra madre e figlia impedisce alle due di ritrovarsi, per i sensi di colpa di una e il risentimento dell’altra.
10. Gli abbracci spezzati
Mateo Blanco, un tempo regista di successo, è ora un uomo non vedente a causa di un tragico incidente. L’uomo, che firma romanzi e sceneggiature con il nome di Harry Caine, sceglie di narrare al figlio Diego il suo passato, raccontandogli del triangolo amoroso in cui era coinvolto insieme al ricco Ernesto Martel e l’affascinante Lena. Anche qui ritroviamo Penelope Cruz, amica e musa del regista spagnolo.