L’enfant prodige del teatro francese arriva a Roma. Era il 2013 quando il Festival di Avignone ospitava il suo “Les particules élémentaires”, la prima messa in scena del romanzo di Michel Houellebecq. Osannato da pubblico e stampa, Julien Gosselin è diventato in poco tempo uno dei più quotati registi della nuova scena francese. Gosselin è apparso sulla scena teatrale europea come un fulmine a ciel sereno. Ad Avignone è tornato lo scorso anno con 2666, da Roberto Bolaño, e nel 2018 presenterà un adattamento letterario di quatto romanzi di De Lillo. Intanto si prepara a sbarcare in altri grandi teatri parigini ed europei.
Il 18 e 19 novembre, porta al festival Romaeuropa, al Teatro Vascello proprio Les particules élémentaires. In Francia ha fatto molto discutere il modo anticonsolatorio con cui l’autore ha raccontato “la catastrofe umana dell’Occidente”. Houellebecq è tra gli scrittori più controversi di Francia, nichilista, è stato accusato di islamofobia. Scritto nel ’98, il romanzo ripercorre gli anni della Francia tra il ’60 e il ’90, nelle vicende in flashback dei fratellastri Michel e Bruno, il primo costantemente alla ricerca dell’amore, il secondo da esso terrorizzato. Al centro del testo c’è la scienza, il sesso, il Sessantotto, la cultura hippy, la liberazione della donna, la famiglia. Nella sua trasposizione teatrale, Gosselin ha scelto di rimanere fedele al romanzo, unendo in quasi quattro ore, video, recitazione, musica, ispirato alla scena performativa nordeuropea. In scena ci sono dieci attori, compagni della scuola del Théâtre du Nord di Lille, pronti ad assumere il ruolo dei personaggi del romanzo, ma anche di commentatori, narratori e musicisti.
«Il mio teatro è plastico, è un concerto, è un’installazione, è letteratura. Gesto, attori, spazio, testo… utilizzo tutto ciò che è in mio possesso, ponendolo sullo stesso piano, con lo scopo di dar vita ad uno spettacolo il più potente possibile» afferma Gosselin. «Appartengo alla generazione post-Castellucci, autore che amo poiché ha liberato il teatro europeo dalla vecchia ideologia che vede nell’attore l’elemento centrale dell’azione scenica. (…) Il mio è un teatro mondo, non un teatro di piccole storie. D’altra parte l’aspetto triste e a tratti violento dell’opera di Houellebecq è una caratteristica che ho sempre apprezzato. Ho capito col tempo che a una parte di pubblico le sue storie e i suoi personaggi risultano brutali o non ‘politically correct’. Ma, mi piace mettere lo spettatore in tensione, fare in modo che possa sentirsi violentato dall’opera che sta guardando».
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Info
Les Particules élémentaires | Teatro Vascello
sabato 18 novembre h 20 | domenica 19 novembre h 17
parte I: 1h 40′
intervallo: 30′
parte II: 1h 40′