Se, quattro anni fa, al momento dell’eliminazione della nazionale italiana dai mondiali di Russia 2018 in seguito al disastroso playoff contro la Svezia, qualcuno avrebbe ipotizzato il trionfo degli azzurri agli Euro 2020, in molti l’avrebbero preso per visionario. E invece, dopo il pesante tonfo del novembre del 2017 contro gli scandinavi, la federazione italiana ha preso la saggia decisione di ripartire da zero per poter ricostruire qualcosa di serio e ridare lustro alla tradizione calcistica italiana. E così è stato: il lavoro di Roberto Mancini è stato strepitoso e la vittoria degli azzurri all’Europeo in finale contro l’Inghilterra ha certificato la bontà della scelta dei vertici federali. Era da troppo tempo che la nazionale azzurra non riusciva davvero a incidere, né per quanto riguarda il gioco né per quanto riguarda i risultati, ma l’arrivo del Mancio ha portato una ventata d’aria nuova in un ambiente che è ripartito alla grande.
L’ex allenatore di Manchester City e Inter, due favorite alla vittoria nei loro rispettivi campionati secondo le principali quote del calcio scommesse attualmente disponibili online, era arrivato alla piena maturità tattica e tecnica per poter prendere le redini della nazionale. Dopo aver disputato l’Europeo da calciatore per l’Italia, il marchigiano è stato ancora più decisivo da tecnico, dimostrando di essere preparatissimo per fare dell’Italia una realtà solida, allenando il suo gruppo come se fosse un club e non una selezione. Il modo in cui ha allenato i suoi giocatori e la fiducia che ha infuso loro con un eccellente lavoro mentale è stato fondamentale per la crescita di un’Italia che da troppo tempo viveva di ricordi e non riusciva a farsi rispettare. Il passaggio di consegne dall’esperto Buffon al giovane Donnarumma è stato uno dei primi movimenti chiave, così come l’investitura di Jorginho a regista e metronomo della squadra azzurra. L’ex centrocampista del Napoli, che dopo aver vinto Champions League ed Europeo si candida ufficialmente a vincere il Pallone d’oro, è stato il principale direttore d’orchestra di un’Italia precisa con il pallone tra i piedi e anche molto intraprendente a livello di gioco, andando al di là della storica tradizione catenacciara che gli aveva permesso di vincere in passato.
La lenta ma risoluta ripresa dell’Italia ha visto dunque in Mancini il grande artefice del cambio. L’allenatore ha avuto il coraggio di prendere decisioni ambiziose, come quella di puntare su un gioco più virtuoso e meno pragmatico, oltre che di dare responsabilità a giocatori come Insigne e Verratti, due piccolini dotati di gran tecnica e che hanno contribuito a tessere ottime trame di gioco. Aiutato da due mostri sacri difensivi come Bonucci e Chiellini, quest’ultimo gran capitano di un gruppo solidissimo, il tecnico jesino è riuscito a operare un piccolo miracolo sportivo. Sebbene sia vero che “l’Italia è sempre l’Italia” e che la sua tradizione calcistica continua a essere solida, creare in poco tempo una squadra così sicura di sé ed efficace non era affatto facile. Adesso, la rivincita di un paese intero ha un sapore molto più dolce. (Foto copertina © Nazionale Italiana – Twitter)