Al Climate Action Summit, voluto dal segretario generale Onu Antonio Guterrez alla vigilia dell’apertura dell’Assemblea generale, ha risposto soprattutto l’Europa al grido d’allarme del movimento Fridays for Future e della sua giovanissima leader Greta Thunberg. “Mi avete rubato l’infanzia e i sogni” ha detto all’Onu la 16enne attivista nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Sono 66 i Paesi che promettono emissioni zero nel 2050, 102 le città e 93 le imprese. È questo il risultato più importante del summit, ma non l’unico. A tutti il segretario dell’Onu ha chiesto di abbandonare una volta per tutte i combustibili fossili. Solo 23 Paesi (la maggior parte europei), che rappresentano il 2,3 per cento delle emissioni globali, hanno indicato che miglioreranno i loro contributi nazionali per la riduzione dei gas a effetto serra nel 2020.
L’Europa, dunque, è il continente che più si sta impegnando per salvare il clima. Il Regno Unito ha approvato una legge per produrre zero emissioni entro il 2050. I primi ministri di Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svezia hanno sottoscritto la stessa promessa al Palazzo di Vetro. Angela Merkel ha presentato un pacchetto di sostegno alle energie rinnovabili da 54 miliardi di euro da spendere entro il 2023 e 100 miliardi entro il 2030, raddoppiando la spesa della Germania per la protezione del clima. E l’Italia si dice «in prima linea per la lotta al cambiamento climatico».
Quanto agli altri paesi, la Russia con il cui premier Dmitry Medvedev ha firmato una risoluzione per attuare l’accordo di Parigi, che è stato rispettato da una sessantina di stati e dal quale Trump ha sottratto gli Stati Uniti. Alcuni tra i Paesi più inquinanti come Giappone, Brasile, Arabia Saudita, Australia e Corea del Nord non hanno presentato alcun progetto. Al vertice era presente a sorpresa anche Donald Trump, che però non ha fatto nessuna dichiarazione ufficiale. Erano presenti, non senza polemiche, Cina e India, due dei maggiori produttori di gas serra insieme agli Usa, ma impegnate a ridurre la loro dipendenza dal carbone. L’India è uno dei pochi Paesi al mondo le cui azioni sono in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento del pianeta a meno di 2 gradi.
Per molti analisti, si è trattato però di un vertice piuttosto deludente, con dichiarazioni vaghe e pochi impegni concreti. Al centro delle critiche degli osservatori ci sono soprattutto la Cina che non ha fatto nessuna nuova promessa e gli Stati Uniti che hanno confermato il sostanziale disinteresse da parte del governo Trump.
Prosegue intanto la WeekForFuture, la settimana di manifestazioni per il Clima in programma in 150 Paesi, con centinaia di migliaia di studenti in piazza e 5mila eventi in tutto il mondo. In Italia lo sciopero è previsto venerdì 27 settembre, giornata finale della settimana per il clima.
Qualcosa, molto lentamente, sta cambiando.