Dagli Stati Uniti, con gli scontri e gli oltre 2.000 arresti, all’intera Francia, dilagano le proteste per Gaza, anche in Italia. Gli studenti chiedono lo stop ai rapporti con gli atenei israeliani.
La Redazione
Da giorni, migliaia di universitari in tutti gli Stati Uniti stanno protestando, in molti casi anche con le occupazioni degli atenei, contro gli accordi con le università israeliane, in solidarietà con il popolo palestinese, da oltre 200 giorni martoriato nella Striscia di Gaza e nei Territori della Cisgiordania. Mentre il bilancio delle vittime palestinesi sale ad oltre 34mila morti e 77mila feriti, la protesta nei campus dilaga e la risposta delle forze di polizia è sempre più dura. Nella notte tra domenica e lunedì ci sono stati nuovi scontri tra la polizia e i manifestanti ed è in corso lo sgombero del campus dell’Università della California di Los Angeles. Alla Columbia University, gli studenti arrestati sono ormai centinaia, oltre 2.000 in tutto il Paese, e le immagini delle cariche hanno fatto il giro del mondo. Le proteste statunitensi sono le più estese e significative da quelle del 1968 contro la guerra in Vietnam, e stanno avendo conseguenze importanti nell’ambiente accademico, con molti docenti schierati dalla parte della protesta, e sulla politica in tutti gli Stati Uniti. La risposta dei dirigenti degli atenei, alcune più permissive e altre più dure, è stata finora fallimentare.
Molte università sono bloccate anche in tutta la Francia. La ministra francese dell’Università, Sylvie Retailleau, ha chiesto ai rettori di garantire «il mantenimento dell’ordine pubblico» utilizzando «il massimo dei poteri» a loro disposizione per contenere le proteste a sostegno di Gaza nei campus francesi, dove da alcune settimane si susseguono manifestazioni e blocchi ispirati alle manifestazioni nelle università americane. Gli studenti di Sciences Po hanno chiesto al governo la cancellazione di un master congiunto con Tel Aviv, ma la risposta è stata: «La proposta è fuori questione».
Scioperi, occupazioni e cortei hanno coinvolto in queste settimane anche le scuole e le università italiane. La lotta dei gruppi studenteschi ha ottenuto i primi risultati a Torino e a Pisa. L’Università del capoluogo piemontese, il 7 marzo scorso, è stata la prima a sfilarsi dall’Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele. Anche la Scuola Normale di Pisa ha chiesto di rivalutare il bando Maeci Italia-Israele, con una mozione proposta dagli studenti e poi approvata a maggioranza dalle componenti del Senato accademico.