Domenica 7 luglio in Francia ha trionfato il Fronte Popolare delle sinistre, ma è senza maggioranza. L’estrema destra di Marine Le Pen grande sconfitta: è solo terza. Mélenchon: “Dobbiamo governare noi”. Ma Macron prende tempo ed è rebus sul governo.
La Redazione
Domenica 7 luglio, i francesi hanno votato per i 501 seggi ancora da assegnare nel secondo turno delle elezioni, a una settimana dalla vittoria dell’estrema destra del Rassemblement National di Marine Le Pen e del suo alleato Eric Ciotti. Il risultato è stato un vero e proprio colpo di scena: a trionfare clamorosamente è stata la sinistra unita del Fronte Popolare di Jean-Luc Mélenchon. Il presidente Emmanuel Macron e la sua maggioranza uscente non crollano, com’era stato previsto, ma arrivano addirittura secondi e superano il Rassemblement National di Marine Le Pen, la grande sconfitta di domenica dopo il patto di desistenza siglato nei giorni scorsi contro di lei, dai partiti di centro e di sinistra. L’affluenza è stata record superando il 67%.
A Parigi è stata anche una serata di scontri: la polizia ha effettuato alcune cariche in place de la Republique, dopo che la folla si era radunata per festeggiare la vittoria della sinistra alle elezioni legislative.
Il nuovo parlamento
Dei 577 deputati che compongono l’Assemble’e Nationale emersa dalle elezioni legislative dopo il secondo turno di ieri, 182 sono della coalizione di sinistra-ambientalista Nouveau Front Populaire, 168 dell’alleanza di centro presidenziale Ensemble, 143 del Rassemblement National di destra, 45 dei neo-gollisti di Les Republicains.
La maggioranza assoluta necessaria per governare è di 289 seggi, ma alla sinistra mancano comunque circa 90 seggi, pertanto si andrà probabilmente verso un governo di coalizione con un’alleanza tra parte della sinistra e il centro dei macroniani, o verso un esecutivo di tecnici. Il presidente Macron ha rifiutato le dimissioni del premier Attal e ha annunciato di voler aspettare l’assegnazione definitiva dei seggi del nuovo parlamento prima di prendere una decisione sul nuovo governo, sul quale si è già aperto il rebus dei possibili premier.
Le reazioni
Il primo a rivendicare il governo è stato il capo de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon: «Siamo pronti, Macron riconosca la sconfitta, ha il dovere di chiamare il Nuovo Fronte Popolare a governare». La sinistra, però, è divisa tra Mélenchon e i socialisti che propongono un accordo con il centro di Macron, non avendo i numeri per govenare da soli.
La grande sconfitta Marine Le Pen ha dichiarato: «La nostra vittoria è solo rimandata». Il suo candidato premier Jordan Bardella è comparso per la prima volta scuro in volto e ha attaccato l’alleanza dei partiti anti-destra: «Purtroppo l’alleanza del disonore e i piccoli accordi elettorali fra Macron e Attal con l’estrema sinistra privano gli elettori di un governo del Rassemblement e gettano la Francia nelle braccia di Mélenchon».
Tra le reazioni in Italia, a cantar vittoria sono tutte le opposizioni. Per la segretaria del Pd Elly Schlein: «Risultato straordinario per la sinistra unita e una bella risposta di partecipazione. La destra si può battere». «Vive la Republique!» ha postato su X poco dopo i primi risultati Paolo Gentiloni, commissario Ue all’Economia.
La premier Giorgia Meloni ha minimizzato la sconfitta di Le Pen: «In Francia non ha vinto nessuno», ha detto.
Il leader del M5S Giuseppe Conte, il cui partito a Bruxelles è da poco entrato nel gruppo della Sinistra, sui social ha sottolineato che «la grande partecipazione del popolo francese» ha premiato «la proposta popolare e progressista di chi non ha non ha mai avuto dubbi sulla pace, sulla difesa dei diritti sociali e sulla tutela dei più fragili». Per il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Paolo Barelli, «la sinistra vince se non c’è un centrodestra con un centro forte».