Così vivono da 500 anni in Nepal le “Kumari Devi”, bambine venerate come divinità e poi dimenticate.

È una tradizione da oltre 500 anni. La dea vivente “Kumari Devi” è una bambina che viene venerata da indù e buddisti e, secondo la tradizione nepalese, rappresenta l’incarnazione della dea Taleju e come tale deve proteggere il paese hilamaiano. Dal mese di ottobre 2020, la nuova Kumari è Trishna Shakya, di soli 5 anni, figlia di Bijaya Ratna e di Srijana Shakya ed è stata individuata, avendo la meglio su altre concorrenti, per succedere alla precedente, Manita Shakya, ormai 14enne. Le dee bambine vivono nel “Kumari Ghar”, il palazzo che si trova al centro della capitale, Kathmandu, e che da secoli ormai è la residenza ufficiale di tutte le Kumari. Qui la bimba vivrà i suoi prossimi sette – otto anni e, secondo la tradizione, potrà uscire solo poche volte all’anno, per seguire le feste religiose.

L’infanzia negata

Il mondo che circonda la “dea kumari” è fatto di riti precisi, che vengono rispettati alla lettera. La bimba viene vestita con abiti rossi e le vengono dipinti gli occhi con il kajal. Vive in isolamento nel palazzo reale, può solo affacciarsi alla finestra per salutare e benedire i turisti. Quando esce dal palazzo, viene portata in processione e non può camminare da sola, perché non può toccare la terra. La kumari viene scelta dai sacerdoti all’interno della comunità newar e deve possedere le 32 perfezioni, tra le quali la bellezza, la pelle chiara e profumata, la dentatura perfetta, i seni poco appariscenti. La bimba viene portata via dalla famiglia che però considera la scelta un onore e un privilegio. Con la pubertà e le prime mestruazioni, cessa di essere “dea kumari” e torna dalla sua famiglia, sostituita da una nuova dea.

Il futuro delle Kumari

La vita da adulte delle kumari però non è facile. Avendo vissuto lontane dal mondo esterno, non ricevono istruzione e hanno difficoltà a reinserirsi in società, a trovare lavoro, a sposarsi. Sebbene ricevano un vitalizio dallo stato fino alla morte, sono considerate viziate e sul loro futuro pesa una superstizione in base alla quale si ritiene che il marito di una ex kumari muoia entro 6 mesi dal matrimonio. Molte muoiono in solitudine o vivono dedicandosi alla prostituzione. Rashmila Shakya, Kumari Devi dal 1984 al 1991 ora ha 32 anni e ha raccontato in un libro la sua storia. Diplomata in informatica, non riesce a trovare un uomo con cui costruire il suo futuro: “Ho vissuto confinata nel palazzo, non ho ricevuto un’istruzione adeguata, mi veniva a trovare un tutor che mi faceva lezione solo per un’ora al giorno. Ora che sono ancora giovane, perché non posso sposarmi?”, scrive in “From Goddess to Mortal. The True Life Story of Kumari”.

 

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