L’esercito di Israele giovedì ha ucciso «per caso» il capo di Hamas, Yahya Sinwar, in un attacco nel Sud di Gaza. La lettera degli Usa a Israele: «Misure per la situazione umanitaria nella Striscia o fermeremo l’invio di armi». In Libano i rifugiati sono oltre un milione.

Di Marta Foresi

L’uccisione di Sinwar

Giovedì l’esercito israeliano ha ucciso Yahya Sinwar, il capo di Hamas, durante un attacco nel sud della Striscia di Gaza. L’uomo era ritenuto da Israele il principale responsabile dell’attacco contro i civili del 7 ottobre 2023. Sinwar era il leader di Hamas dallo scorso agosto, quando aveva preso il posto di Ismail Haniyeh, il capo diplomatico di Hamas ucciso lo scorso 31 luglio a Teheran, in Iran. L’uccisione sarebbe avvenuta per caso senza che la sua posizione fosse stata segnalata da informazioni di intelligence preliminari. Per Netanyahu, è l’inizio della fine del conflitto.

Nella Striscia di Gaza, intanto, è il 375° giorno di guerra: secondo il ministero della Salute, il bilancio delle vittime nella Striscia è salito a 42.344, mentre si contano 98.117 feriti.

La lettera degli Usa a Israele

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha inviato lunedì una lettera a Tel Aviv, chiedendo di “adottare misure nei prossimi 30 giorni per migliorare la situazione umanitaria a Gaza”, avvertendo che in caso contrario ci saranno “conseguenze” sulla “fornitura di armi”. Un tema importante per Israele che, secondo il Financial Times, deve affrontare una carenza di razzi e missili intercettori proprio mentre si trova nel mezzo della guerra a Gaza e in Libano e si prepara per una possibile escalation con l’Iran.

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La guerra in Libano

Il ministero della Salute ha riferito che ieri in 41 hanno perso la vita in Libano a causa degli attacchi israeliani, compresi 21 ad Aitou nel nord del Paese, e tredici ospedali sono stati completamente o parzialmente chiusi.
Finora in Libano i morti civili sono almeno 1.488, i feriti sono 4.297 e gli sfollati sono oltre 1,34 milioni.

Kamala Harris: Israele sblocchi gli aiuti alimentari

La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha sollecitato Israele ad aumentare l’afflusso di aiuti alimentari a Gaza. «L’Onu riferisce che a Gaza non entra cibo da quasi due settimane. Israele deve fare di più al più presto per facilitare il flusso di aiuti a quanti ne necessitano» ha scritto Harris su X. «I civili devono essere protetti e devono avere accesso a cibo, acqua e medicinali. Le norme umanitarie internazionali devono essere rispettate», ha aggiunto la vicepresidente. In un rapporto pubblicato sabato, il Pam ha avvertito che «l’intensificazione della violenza nel nord di Gaza ha un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare di migliaia di famiglie palestinesi», e che «i principali valichi del nord sono stati chiusi e nessun aiuto alimentare entra dal primo ottobre».

Foto © Mohammed Ibrahim – Unsplash