La tragica fine di Giovanna Pedretti: il post omofobo di un cliente sui social, le accuse di falso, la gogna mediatica e poi la tragedia. Ed ora la Procura indaga per istigazione al suicidio. Ecco cosa è successo a Lodi.

Di Mauro Orrico

Giovanna Pedretti, la ristoratrice del lodigiano, è stata trovata morta nelle acque del fiume Lambro, presumibilmente per suicidio. Per capire questa drammatica vicenda al centro delle cronache di questi giorni bisogna riavvolgere il nastro.

Tutto inizia giovedì 11 gennaio, quando Giovanna Pedretti rende pubblico sulla pagina Facebook della sua pizzeria “Le vignole” di Sant’Angelo Lodigiano la risposta data a un cliente che in una recensione online si era lamentato dei vicini «gay» e di un «ragazzo in carrozzina»: «Le sue parole di disprezzo verso ospiti che non mi sembra vi abbiano importunato mi sembrano una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole; eviti il mio locale», scrive la donna.

La sua presa di posizione contro l’omofobia e l’abilismo fa in breve il giro della rete, con tantissimi like e commenti di apprezzamento, fino al ringraziamento pubblico della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli.

Poi arrivano le accuse di falso, partite da Lorenzo Biagiarelli, volto noto della trasmissione “È sempre mezzogiorno” di Antonella Clerici su Rai1 e compagno della giornalista Selvaggia Lucarelli. Il motivo sarebbe nel font della recensione, come quello della risposta, diverso da quello usato da Google. L’accusa per entrambi è netta: la ristoratrice avrebbe falsificato il post e la sua reazione, forse per ottenere visibilità, forse per richiamare clienti nel suo locale. La stessa Lucarelli, molto seguita sui social, lancia l’ipotesi di «un grossolano fotomontaggio» e di «un’operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili».

Il servizio del Tg3

Anche il Tg3 decide di approfondire il caso: il giornalista Jari Pilati intervista la titolare, incalzandola con domande e un tono decisamente inquisitorio. La donna è chiaramente imbarazzata, in difficoltà, ha 59 anni e non è, chiaramente, un volto televisivo abituato ad affrontare gli agguati di una troupe televisiva.

Inizia la gogna mediatica, con centinaia di insulti. C’è chi le augura il fallimento della pizzeria, chi perfino la morte. Domenica 14 gennaio, Giovanna Pedretti viene trovata morta nel fiume Lambro, dove si è recata sola a bordo della sua Fiat Panda, dopo aver tentato di tagliarsi le vene in macchina. Dieci anni prima, il fratello si era tolto la vita nello stesso modo.

Le polemiche bipartisan

In poche ore esplode la polemica sui social: dove è il limite tra informare e massacrare? La figlia di Giovanna Pedretti è durissima contro Selvaggia Lucarelli: «Cerchi pure la sua prossima vittima. Grazie cara “signora” per aver massacrato per via mediatica la mia mamma». «Colpa vostra se è morta. Siete solo sciacalli», scrivono in tanti sui social contro la giornalista e Biagiarelli, che aveva perfino telefonato alla vittima per avere notizie sul post.

Gli attacchi sono bipartisan. Lega e Fratelli d’Italia hanno chiesto provvedimenti contro il Tg3, che ha rifiutato ogni accusa. Michele Albiani, responsabile diritti per il Pd Milano metropolitana e attivista Lgbtq+, ha scritto: «Rispetto alla morte di Giovanna Pedretti: se si dovesse trattare effettivamente di suicidio, mi auguro che vengano indagate almeno per istigazione quelli/e che le hanno scatenato contro gli hater. Peggio degli squali, come ha detto giustamente una precedente vittima».

Lucarelli si è difesa in nome del diritto «di cercare comunque la verità». La giornalista si è detta molto dispiaciuta per il tragico epilogo della vicenda, ma «vanno considerati i pregressi della storia della donna». Poi ha deciso di prendersi una pausa da X (ex Twitter). Il compagno Biagiarelli, sommerso dalle critiche sui suoi post su Instagram e X, non si è presentato nel programma di Antonella Clerici, di cui è ospite fisso ogni giorno.

Il paese di Sant’Angelo Lodigiano è sotto choc: «Era una signora sorridente, senza problemi, bravissima persona, sempre disponibile», hanno raccontano gli abitanti.

L’inchiesta

La Procura retta da Maurizio Romanelli ora indaga per istigazione al suicidio e ha aperto un fascicolo contro ignoti. I carabinieri del colonnello Alberto Cicognani risaliranno all’identità dell’apparecchio fonte della recensione e chiederanno approfondimenti a Google. Giovanna Pedretti era stata sentita dai carabinieri, come persona informata sui fatti, a proposito della recensione omofoba. Prima del tragico gesto non ha lasciato biglietti d’addio o «spiegazioni».