L’importanza della pianificazione, in qualsiasi aspetto della nostra vita, è ormai un dato consolidato. Dalla culla alla tomba, saper pianificare le principali attività significa aver compiuto fin da subito un passo avanti fondamentale verso il raggiungimento dell’obiettivo; inoltre, ciò consente di parare più facilmente i colpi della sorte.
Nel mondo della finanza, la pianificazione assume una centralità tale da rappresentare quasi l’architrave di tutto il sistema. Investimento=pianificazione, il punto di partenza non può che essere questo. Il PAC ne è un esempio.
Come molti strumenti finanziari cugini, PAC è un acronimo, che sta per Piano di Accumulo Capitale. Già nel suo riferimento al “Piano”, il PAC tradisce il suo rapporto con l’idea di pianificazione. In soldoni, il Piano di Accumulo Capitale è un grosso salvadanaio in cui confluiscono i nostri risparmi, e che viene gestito in funzione di un portafoglio di investimenti, finalizzato ad accrescere il patrimonio iniziale. Chi decide di sottoscrivere un PAC, fa una scelta di risparmio consapevole e lungimirante. Il versamento, che per altro non necessariamente risulta essere oneroso, consente da un lato di accantonare una certa somma, la quale verosimilmente tornerà indietro entro una data prestabilita, dall’altro può garantire un discreto guadagno.
Naturalmente, la parola d’ordine è pianificare. L’orizzonte di un PAC deve essere di almeno 10, se non 15 anni. Per questa ragione, è importante saper guardare oltre il proprio naso e l’immediato presente, mirando ai benefici futuri. Il consulente, in tal senso, ricopre il cruciale ruolo di fidato alleato che sostiene e consiglia, fino alla meta. Anche qui, la scelta deve essere ponderata e aderente a ciò che si cerca nell’investimento.
Il punto di forza del Piano di Accumulo Capitale sta nella sua struttura, allo stesso tempo plasmata attorno alle esigenze del cliente e del mercato. Spieghiamo meglio. Le somme versate mensilmente possono anche non essere particolarmente alte, consentendo a tutti di avvicinarsi al PAC. Non occorre essere dei magnati dell’economia; anche un lavoratore a reddito medio può giovare dei vantaggi di sottoscrivere un PAC. D’altro canto, anche il mercato è in qualche modo domato, per quanto possibile. All’estrema volatilità del mondo della finanza, in cui titoli e, in misura minore, obbligazioni, subiscono oscillazioni, anche di rilievo, giornalmente, il PAC risponde con la strategia del portafoglio diversificato. Investire in titoli diversi, guardare a mercati differenti, scegliere il time giusto, garantisce all’investimento una buona sicurezza. Certamente, maggiore è il rischio dell’investimento, maggiore sarà il rendimento. Ma per chi vuole soltanto assicurarsi un futuro sereno, l’opzione della prudenza è praticabile e percorribile.
Per una famiglia che guarda al futuro universitario del proprio figlio, ad esempio, il PAC è una buona soluzione. Con un orizzonte di una quindicina di anni e un versamento attorno ai 100€ (ma, perché no, anche qualcosina in meno), le spese per lo studio passano dal rappresentare una zavorra ad essere decisamente più leggere. Chiaramente, molto dipende dalla capacità del gestore di investire nella maniera corretta.
Occhio, comunque, al rovescio della medaglia, che nel caso di Piano di Accumulo porta l’etichetta di “costi di gestione”. I costi di gestione non sono bassissimi, e vanno ad erodere spesso il ritorno dell’investimento. Ancora una volta, quindi, il segreto sta nella scelta, lungimirante, di un PAC commisurato alle nostre esigenze. La pianificazione è tutto nella vita.