Attivista instancabile, miltante ecologista e antifascista ed eccellente narratore, Luis Sepúlveda è morto per coronavirus. Lo scrittore cileno era ricoverato da fine febbraio in ospedale a Oviedo dopo aver contratto l’infezione.
Sepúlveda aveva raggiunto la fama internazionale nel 1989 con il suo primo romanzo: Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, mentre Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare lo aveva consacrato come scrittore non solo per un pubblico adulto ma per tutte le età. Ha scritto, tra le tante altre opere, Storie Ribelli, lI mondo alla fine del mondo, La frontiera scomparsa, Diario di un killer sentimentale, Patagonia Express, Le rose di Atacama.
Al talento dello scrittore, aggiungeva l’impegno politico contro le dittature militari in Sud America, a favore dei popoli indigeni latino americani e dell’ambiente, contro il razzismo in Europa. Fu arrestato due volte e condannato all’esilio durante la dittatura di Pinochet. Per 7 mesi è stato prigioniero in uno stanzino che non gli consentiva neppure di alzarsi in piedi. Dopo una lunga campagna di Amnesty International ottenne la liberazione, ma a prezzo dell’esilio per 8 anni. Scappò in Brasile, in Paraguay, in Ecuador scrivendo e collaborando con l’Unesco per studiare l’impatto dell’Occidente sulla popolazione indios Shuar. Da questa esperienza di vita con i nativi in Amazzonia scrisse nel 1989 Il vecchio che leggeva romanzi d’amore – dedicato a Chico Mendes – un libro tradotto in 35 lingue e adattato per il grande schermo nel 2001.
Era un nemico del neoliberismo, antifascista, ecologista convinto, Sepúlveda aveva riottenuto la cittadinanza cilena nel 2017. «Sono un apolide. Ero ad Amburgo nel 1986 quando mi hanno rubato la cittadinanza» aveva raccontato nel 2017. «Sono uno scrittore – diceva Sepúlveda – perché non so fare altro che raccontare storie. Ma sono anche un essere sociale, un individuo che rispetta se stesso e intende occupare un piccolo posto nel labirinto della storia. Da questo punto di vista, sono il cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno vengono ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre quella dei vincitori». Tra il 1982 e il 1987 è stato membro dell’equipaggio su una nave di Greenpeace.
Vincitore del Premio Hemingway per la Letteratura e di numerosi altri premi, Sepúlveda era molto legato all’Italia dove le sue opere hanno venduto più di otto milioni di copie e dove lettori e fan lo hanno sempre ricambiato con incontri affollatissimi da un pubblico di ogni età.