La maggioranza del governo di estrema destra di Orbán ha votato a favore. I deputati di opposizione hanno sparato fumogeni in aula per protesta. Gli organizzatori del Budapest Pride hanno confermato la parata del 28 giugno.
Di Marta Foresi
Il Parlamento ungherese ha approvato martedì una legge che vieta le manifestazioni del Pride e autorizza l’uso di software di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti. La legge, proposta dal partito di governo Fidesz del primo ministro Viktor Orbán, è stata approvata con 136 voti favorevoli e 27 contrari. La nuova normativa vieta eventi che violano le leggi sulla “protezione dei minori”, che proibiscono la “raffigurazione o promozione” dell’omosessualità ai minori di 18 anni. Chi partecipa a eventi vietati rischia multe di circa 500 euro. Per applicare la legge, è previsto l’uso del riconoscimento facciale, vietato dall’Unione Europea.
L’approvazione della legge ha scatenato proteste sia all’interno che all’esterno del Parlamento. I deputati dell’opposizione hanno manifestato accendendo fumogeni colorati in aula, mentre migliaia di manifestanti si sono radunati fuori dal Parlamento e hanno bloccato il Ponte Margherita a Budapest, ignorando le istruzioni della polizia di liberare l’area.
Nonostante il divieto, gli organizzatori del Budapest Pride hanno dichiarato l’intenzione di confermare la parata, prevista per il 28 giugno, sottolineando che la legge rappresenta una violazione delle libertà fondamentali di espressione e di assemblea.
Questo sviluppo si inserisce in un contesto più ampio di restrizioni ai diritti Lgbtq+ in Ungheria: nel 2021, il governo ha approvato una legge che vieta la “promozione” dell’omosessualità ai minori, suscitando critiche a livello internazionale.
Le reazioni alla nuova legge
Organizzazioni per i diritti umani e attivisti Lgbtq+ hanno condannato la legge, definendola discriminatoria e lesiva dei diritti fondamentali. La Commissione Europea ha espresso preoccupazione e la commissaria europea per l’Uguaglianza, Hadja Lahbib, ha criticato la legge, affermando che viola i valori dell’UE. Amnesty International ha descritto la misura come un attacco significativo ai diritti Lgbtq+.