Dal 2016 guida il Municipio più popoloso di Roma, il settimo con i suoi 307 mila abitanti, ed ora si candida a diventare la prossima sindaca della Capitale. Monica Lozzi, assistente giudiziario in aspettativa presso il Tribunale Ordinario di Roma, inizia la sua esperienza politica con il Movimento 5 Stelle con cui viene eletta prima consigliera del VII Municipio (nel 2013) e poi Presidente, tre anni dopo. A Luglio, con un lungo post su facebook, dichiara l’uscita dal Movimento e annuncia la nascita di Revoluzione Civica con cui si candida a guidare Roma.

Monica Lozzi fin dall’inizio rappresenta un’eccezione tra i pentastellati romani: stimata ben oltre i confini del Movimento, conquista consensi puntando sul verde pubblico, attenzione al territorio, ai temi della legalità, delle pari opportunità e dei diritti civili. Rivendica i traguardi raggiunti dalla sua amministrazione, come l’abbattimento delle villette del clan Casamonica, ma anche la trasformazione di via Tuscolana – una delle arterie più trafficate della città – con il trasferimento degli ambulanti e la nuova pista ciclabile. Nascono nuove piazze, aree pedonali e case per le donne vittime di violenze, ma anche un giardino dedicato alla partigiana Tina Costa e il monumento per le vittime LGBT dell’olocausto a Cinecittà.

In questa intervista, Monica Lozzi ci illustra in anteprima alcuni dei punti programmatici di Revoluzione Civica, ci spiega la sua idea di futuro per Roma, ma anche i motivi per i quali ha deciso di abbandonare prima il M5S e poi di chiudere la breve esperienza in Italexit al fianco di Gianluigi Paragone, da cui ha annunciato l’uscita pochi giorni fa.

Presidente Lozzi, anche lei ha dichiarato di essere risultata positiva al covid ed è in isolamento domiciliare da alcune settimane. Innanzitutto, come sta?
Adesso sto meglio, grazie, anche se ancora un po’ spossata e sono in attesa del responso del tampone per uscire dalla quarantena.

Monica Lozzi

Partiamo dalla sua esperienza di Presidente del Municipio VII. Che bilancio trae da questi 4 anni e mezzo?
Direi che sono stati 4 anni e mezzo molto impegnativi, ma anche densi di soddisfazione. Io e la mia squadra non abbiamo lesinato energie, dedicando tantissimo tempo al territorio ed ai nostri cittadini. Siamo riusciti ad ottenere molti risultati anche se siamo consapevoli che tanto deve ancora essere fatto. Quando possibile abbiamo fornito pronte risposte alle emergenze, e nel contempo ci siamo concentrati sulla programmazione dell’attività amministrativa cosa che ci ha permesso di realizzare nuove opere con il coinvolgimento dei cittadini nella fase progettuale, realizzando tutto nella massima trasparenza. Siamo stati una delle poche strutture di Roma Capitale a utilizzare negli ultimi tre anni il 100% dei fondi stanziati in bilancio, trasformandoli in opere e servizi: un risultato senza precedenti. Ponendo il focus su alcuni obiettivi centrati, non si può non menzionare la demolizione delle ville dei Casamonica a via del Quadraro e a Gregna Sant’Andrea, i 35 chilometri di infrastrutture ciclabili, tra quelle completate e quelle in fase di realizzazione – compreso l’ambizioso percorso ciclopedonale che scavalcherà il GRA e il cui progetto è giunto in Conferenza dei Servizi – a tutto vantaggio della mobilità sostenibile; l’enorme lavoro svolto sul fronte della sicurezza stradale, utilizzando strumenti già presenti altrove, ma scarsamente utilizzati a Roma, come attraversamenti luminosi o rialzati e incroci rialzati. Abbiamo volto lo sguardo su pezzi di Città dimenticati da tutti: piazze e strade periferiche, come piazza Rosarno, piazza Castrolibero, la piazza di via dei Levii, via Flavio Stilicone, sono state riqualificate o pedonalizzate; mercati vecchi e fatiscenti, come quello al IV Miglio e a Piscine di Torre Spaccata sono stati riqualificati nell’ottica di renderli uno spazio di valorizzazione socio-culturale. Con beni confiscati alla mafia sono state realizzate case di semiautonomia per donne vittime di violenza. Tutto fatto con fondi municipali. E abbiamo riversato entusiasmo e fondi negli ambiti dedicati ai giovani realizzando campetti polivalenti, aree ludiche e fitness, riqualificando 17 palestre scolastiche, intervenendo sulle scuole con opere di adeguamento antincendio e impermeabilizzazione. Ci siamo impegnati nelle aree di nostra competenza e, qualora ce ne fosse data la possibilità, lo stesso impegno lo metteremmo nel cercare soluzione ad alcuni dei problemi irrisolti della nostra Città, come i rifiuti ed il trasporto pubblico.

Perché è uscita dal Movimento 5 Stelle e cosa rimprovera alla giunta Raggi?
Ho lasciato il M5s quando ho preso coscienza del fatto che il movimento di cui facevo parte, che sosteneva di voler cambiare il modo di fare politica e di voler stimolare un cambiamento culturale, era solo un’illusione. Ho capito che la tanto sbandierata meritocrazia era una bugia, che l’unica preoccupazione per molti eletti è la conservazione di rendite e posizioni, che non c’è alcun confronto democratico sulle questioni più importanti e che a decidere sono i soliti noti, quasi sempre i più esposti mediaticamente. Dal Movimento non arrivano segnali di priorità ai programmi elettorali, ma solo ai possibili apparentamenti per vincere le elezioni. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’indisponibilità a parlare di un futuro di Roma che valorizzasse territori e cittadini, basato su un programma elettorale serio e su persone competenti. Non c’è stata la volontà di analizzare con sincerità quanto si era riusciti a fare durante questa Amministrazione e cosa invece era stato un palese fallimento. Si è voluti andare sull’usato sicuro, replicando un’esperienza non proprio di successo… A questo punto ho preferito andar via.
Il mio giudizio sulla Giunta Raggi non è affatto positivo. Roma è una città difficile da governare ma questa amministrazione non ha mai avuto una visione di città che le permettesse di programmare la propria azione amministrativa. Si è persa dietro le emergenze basando la propria attività sugli argomenti tirati in ballo di volta in volta dai media. Non si è lavorato sul decentramento amministrativo che avrebbe dato maggiore capacità d’azione ai Municipi che sono gli enti territoriali più prossimi ai cittadini e devono poter dare risposte immediate alle problematiche della città. Poco e nulla è stato fatto sulle politiche abitative avendo, ad oggi, 13.000 famiglie in lista d’attesa per l’assegnazione di una casa. Non sono riusciti a portare in approvazione una delibera che sbloccasse 50 milioni di euro fermi nelle casse dei consorzi opere a scomputo che potevano essere utilizzati per realizzare opere e servizi nelle periferie, oggi abbandonate come sempre. Nulla è stato fatto per la valorizzazione e riutilizzo del patrimonio immobiliare pubblico, la proposta di regolamento sui beni comuni è in attesa di approvazione da quattro anni. Sul problema dei rifiuti abbiamo assistito ad un continuo rimpallo di responsabilità tra Comune e Regione senza alcuna proposta concreta di soluzione. Hanno evitato il fallimento di ATAC ma il servizio offerto è ancora scadente per gli standard di una Capitale. Ci sarebbe potuta essere una maggiore collaborazione tra Campidoglio e Municipi cosa che è sempre mancata. Potrei continuare con un elenco infinito di cose che si sarebbero potute fare e non sono state fatte ma servirebbe a poco visto che la realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti.

Ora si candida alla guida di Roma. Cosa l’ha spinta a prendere questa decisione?
Innanzi tutto la convinzione che Roma sia si una città difficile da governare, bloccata com’è da una burocrazia elefantiaca, ma non impossibile. L’esperienza maturata in questi anni ci ha fatto capire che riorganizzando Roma definendo le competenze di ogni struttura e attuando il decentramento amministrativo molte difficoltà burocratiche troverebbero soluzione. L’aver ottenuto molti risultati nel nostro Municipio ci ha dato lo stimolo per provare ad estendere questa esperienza al resto della città. Vogliamo portare avanti un’idea di politica che sia concentrata sul proporre soluzioni attuabili nel costante confronto con le realtà civiche che da sempre operano per la valorizzazione di questa città. Siamo fermamente convinti che Roma non possa essere governata da una persona sola al comando, serve una squadra coesa e competente. Noi siamo pronti a lavorare per cambiare questa città con un programma ambizioso ma concreto in collaborazione e in costante confronto con i territori e i cittadini, valorizzando competenze e professionalità di cui questa città è ricca.

Il vostro programma sarà scritto anche attraverso i contributi della cittadinanza sulla base delle linee guida presenti sul sito web di “Revoluzione Civica”. Sarà un progetto realmente partecipato e diffuso?
Alla base di un progetto civico c’è necessariamente la partecipazione, è questo il valore aggiunto. Con le linee guida abbiamo dato la nostra visione di città e nel perimetro di quella visione c’è spazio per accogliere idee e proposte provenienti da chiunque voglia dare il proprio contributo. Come già detto in precedenza, a Roma ci sono molte realtà civiche e professionalità che da sempre lavorano per il territorio e che rappresentano un valore aggiunto e meritano di essere ascoltate e valorizzate.

La Giunta Lozzi del Municipio VII

“Revoluzione Civica” parte dal territorio, ad iniziare dal decentramento amministrativo e dall’autonomia dei Municipi.
Il primo punto del programma che presenteremo è il decentramento amministrativo che agevoli e valorizzi l’attività dei Municipi. Senza una riorganizzazione burocratica e amministrativa nessun Sindaco/a sarebbe in grado di governare Roma. Tutte le grandi capitali nel mondo hanno un’organizzazione decentrata dell’attività amministrativa senza che questo vada ad inficiare l’unità identitaria delle loro città. I Municipi sono medio/grandi città italiane con una struttura politica/amministrativa che li mette in grado di poter gestire in modo efficiente ed efficace tutte le attività gestionali tipiche dei comuni.

Come si colloca “Revoluzione Civica” rispetto alla coalizione di governo e al centro destra? Ci si chiede, insomma, guardate più a destra o a sinistra e quali sono i vostri possibili alleati?
Revoluzione Civica è un progetto civico per la città di Roma che non intende connotarsi né a destra né a sinistra ma concentrarsi sui temi più importanti del territorio. Nel caso di vittoria dialogheremo in modo costruttivo con tutte le Istituzioni, Governo e Regione, al di là della forza politica che li governi per cercare di portare risultati positivi per i cittadini. Su Roma i nostri possibili alleati saranno altre liste civiche che condividano con noi la visione di città e le idee programmatiche.

Sempre sul tema delle alleanze, è di pochi giorni fa la sua uscita da Italexit, il movimento fondato da Paragone che inizialmente aveva supportato. Ci spieghi questa decisione.
Nella mia scelta ha pesato la decisione di Paragone di voler presentare il simbolo di Italexit per la campagna elettorale della Capitale. Per quanto mi riguarda credo fermamente nel percorso civico che stiamo portando avanti con Revoluzione perché Roma non può essere utilizzata come trampolino di lancio da nessuno e non può più essere campo di battaglia dei partiti per guerre che si svolgono ad altri livelli istituzionali. Inoltre, Italexit si stava sempre di più connotando come un partito conservatore su determinati temi, come quello dei diritti civili, che io non condividevo. Ho deciso per questo di impegnare tutte le mie energie nel progetto di Revoluzione Civica.

Parliamo di Roma. Cambiano le amministrazioni, ma il tema dei rifiuti, soprattutto nelle periferie, continua ad essere uno dei punti più deboli di questa città. È solo colpa dei romani o si può fare di più? Cosa propone per risolverlo e ripulire finalmente Roma?
Il tema dei rifiuti non è stato minimamente affrontato da questa amministrazione. In quattro anni si è assistito ad un continuo rimpallo di responsabilità tra Comune e Regione che ha portato ad un nulla di fatto nella soluzione del problema. Sicuramente la carenza impiantistica di AMA ha conseguenze sulla raccolta e il permanere dei rifiuti in strada ma anche il non aver incrementato e migliorato la raccolta differenziata in città ha contribuito a rendere critico lo smaltimento del rifiuto indifferenziato. Sicuramente dal punto di vista impiantistico bisogna procedere ad una riconversione dell’esistente e alla realizzazione di nuovi impianti e questo potrà avvenire nel medio e lungo termine. Ciò che si può fare subito è migliorare ed incrementare il servizio di raccolta differenziata.
Bisogna estendere il più possibile il “porta a porta” cosiddetto spinto a tutte le aree urbanisticamente idonee e migliorare il sistema di raccolta differenziata stradale sostituendo i cassonetti con mini isole ecologiche, postazioni di conferimento presidiate, cassonetti intelligenti. Deve essere separato l’umido dal secco all’origine stimolando il più possibile l’utilizzo di compostiere domestiche e di comunità. Bisogna migliorare l’informazione e la comunicazione verso i cittadini così da renderli protagonisti e parte attiva nel percorso di miglioramento e incremento della raccolta differenziata e prevedere riduzioni della TARI per i cittadini più virtuosi. Ai Municipi deve essere decentrata la funzione di controllo sull’attuazione del contratto di servizi e di sanzione nel caso del non raggiungimento degli standard richiesti nel contratto medesimo. Queste sono alcune delle proposte che stiamo mettendo in campo con l’aiuto di tecnici ed esperti del settore.

La pandemia ha fatto emergere vecchie e nuove povertà: migliaia di invisibili ed emarginati che spesso non hanno nulla. Il diritto alla casa, in particolare, per tanti è solo un miraggio. Qual è la sua proposta sulle politiche abitative e sulla lotta al disagio sociale?
A Roma, negli ultimi decenni è stato fatto veramente molto poco per le politiche Abitative. C’è tanto da fare. Penso all’aumento di immobili ad uso residenziale pubblico attraverso la riqualificazione del patrimonio esistente, o l’acquisto di immobili in dismissione da parte degli Enti pubblici, e ancora l’acquisizione di immobili sul mercato privato a prezzi calmierati.
Bisogna incentivare e sviluppare percorsi di cohousing e rivedere le politiche per il contributo all’affitto tenendo conto della realtà sociale ed economica odierna.
È fondamentale attuare interventi a favore delle persone in difficoltà, delle vecchie e nuove povertà, attraverso la creazione di nuove borse lavoro e attuando delle serie politiche di inclusione sociale rivolte a chi vive in uno stato di indigenza.
Bisogna garantire l’accesso ai servizi sociali a tutte e tutti, superando le barriere culturali e linguistiche, valorizzando le diversità delle cittadine e dei cittadini italiani e stranieri, attuando una reale inclusione nel tessuto sociale, possibile grazie all’assunzione fondamentale di nuovi mediatori culturali, che favoriscano i processi di accoglienza ed inclusione.
Quello che è mancato, sicuramente, in questi anni è una vera cabina di regia che possa coordinare, valorizzare ed efficentare le risorse che non sono solo risorse economiche, ma anche risorse umane, per migliorare la qualità della vita di chi Roma la vive e la abita.

È molto stimata dalla comunità Lgbti+. Parità di genere e diritti civili sono sempre stati temi presenti nell’azione di governo del Municipio VII. Che spazio avranno queste tematiche nel programma di Revoluzione Civica?
Parità di Genere, Pari Opportunità e Diritti Civili hanno un posto importante nel programma di Revoluzione Civica. Credo che siano fondamentali tutte le politiche volte alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere e dei generi, a tutela di tutte le donne e delle persone LGBTI+. Penso che sia fondamentale istituire Centri Antiviolenza, Case Refuge e Case di Semiautonomia in tutti i Municipi. Riteniamo che sia di prioritaria importanza il riconoscimento giuridico per il genitore sociale nelle famiglie LGBTI+.
Sostengo l’importanza di istituzionalizzare la Giornata Internazionale contro l’Omo-lesbo-bitransfobia. Immagino la creazione di CAD, Centri Anti Discriminazione, dove le persone LGBTI+ e tutte le minoranze vittime di violenza, possano trovare ascolto e sostegno psicologico, credo nell’importanza di istituire Case Refuge e Case di Semiautonomia per le persone LGBTI+ allontanate dalle proprie famiglie. Immagino delle Case di Riposo per persone anziane LGBTI+, nelle quali si possa vivere serenamente la vecchiaia in compagnia in un ambiente inclusivo ed accogliente.

L’ambiente è un altro tema a lei molto caro. Penso alle nuove aree verdi nate nel Municipio VII o alle piste ciclabili di via Tuscolana. Cosa propone in termini di politiche green per Roma?
Tra le politiche green per Roma c’è sicuramente la valorizzazione del patrimonio ambientale della città. Roma è la città più verde di Europa questo significa che l’impegno nel garantirne la manutenzione deve essere massimo. Ma questo non basta, attrezzare le nostre aree verdi con attrezzature sportive ed aree ludiche serve a renderle più fruibili e vivibili. Un’ attenzione particolare va data al patrimonio arboreo che deve essere monitorato costantemente e curato. In determinati aree va preservata la flora spontanea così da mantenere l’ecosistema faunistico che con essa convive. Altro settore importante per le politiche green è quello della mobilità sostenibile, incentivare la mobilità ciclabile, la micromobilità elettrica, potenziare il trasporto pubblico, in particolare quello su ferro, per disincentivare l’uso dell’auto privata è uno degli obiettivi che ci poniamo non solo per migliorare la mobilità in città ma anche per ridurre le emissioni nocive e migliorare la qualità dell’aria. Inoltre, stiamo prevedendo un piano di efficientamento energetico degli immobili di proprietà comunale.

In questi mesi di pandemia, la cultura e il turismo sono i settori più colpiti eppure rappresentano l’anima di questa città, oltre che un lavoro per decine di migliaia di romani e romane. Come intervenire per rilanciare i settori e l’indotto?
Personalmente ritengo che il rilancio della cultura, del turismo e delle attività produttive viaggino di pari passo. Sono settori in crisi già da tempo che hanno subito gravi danni da questa pandemia. Su Roma non sono mai state portate avanti politiche sul turismo perché le persone venivano a Roma per il suo immenso patrimonio archeologico e culturale ma questo nel tempo ha portato ad avere un turismo di bassa qualità che rimane in città 2/3 giorni perché la percepisce insicura. Sicuramente bisogna lavorare per rendere Roma una città più sicura, serve più decoro e una valorizzazione di tutto il suo patrimonio dal centro alla periferia. Dobbiamo portare progetti culturali in tutta la città con investimenti dedicati. Gli eventi culturali di livello sono da stimolo non solo per un aumento dei flussi turistici ma per far rivivere la città dai stessi cittadini romani. Abbiamo un patrimonio archeologico importantissimo anche nelle aree perifiche della città che potrebbe essere inserito in tour dedicati al ciclo turismo, con inserimento di percorsi eno-gastronomici che vadano a valorizzare anche le realtà produttive della città. Riqualificare i mercati rionali rendendoli non solo luoghi dove andare a fare la spesa ma anche centri di aggregazione socio-culturale dove realizzare eventi culturali è solo un esempio di ciò che può essere fatto per rilanciare le realtà produttive di questa città. Un’attenzione particolare deve essere posta nel ripensare la mobilità a Roma. Liberare la città dal traffico incentivando l’utilizzo di mezzi alternativi quali trasporto pubblico, bici e micromobilità elettrica è l’obiettivo più importante per una capitale che vuole essere percepita come vivibile. Dobbiamo ridurre la burocrazia non solo per agevolare l’avvio di nuove attività ma per stimolare gli investitori esterni ad investire nella nostra città. Un percorso complesso che deve essere portato avanti con la partecipazione di tutte le realtà produttive, culturali e turistiche della città.

Pensa che Revoluzione Civica possa avere un futuro oltre Roma?
Certamente. La passione messa in questo progetto non ha limiti di tempo e di spazio. Il nostro tentativo è quello di liberarci dal giogo dei partiti, delle alleanze, degli apparentamenti fra comitati affaristici e grandi gruppi di interesse. Qui l’unico interesse a cui badare sono i cittadini e i territori. Finchè osserveremo inerti il balletto di destra e sinistra, con la gentile accondiscendenza del M5s, l’intero Paese rimarrà fermo, preda di odi e contrasti. Solo scendere in campo in prima persona consentirebbe l’avvio di una nuova stagione di rinascita. E Revoluzione Civica vorrà esserne protagonista.

 

Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 14 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..