Dagli anni Settenta, queste colline che sovrastano Hollywood ospitano l’industria mondiale del porno. San Fernando Valley è una soleggiata periferia di Los Angeles, chiamata anche Porn Valley, oppure “Silicone Valley” o “San Pornando Valley”. E’ qui la sede di Playboy Enterprises, il marchio iconico che oggi vale oltre 500 milioni di dollari. Il suo fondatore, Hugh Hefner, morto pochi mesi fa a 91 anni, ha trasformato una rivista osé per uomini in un impero multimediale. Poi sono arrivati tutti gli altri e negli anni ’90, l’indotto della cinematografia per adulti ha portato alla Valley 4 miliardi di dollari di ricavi annuali.
La maggior parte dei film porno del mondo vengono girati qui, in capannoni e case private. Perché sia stata scelta questa periferia desertica non è un mistero. Paul Fishbein, co-fondatore del gruppo commerciale per adulti AVN Media Network, nel 2002 ha dichiarato ad Associated Press che il settore migrò nella San Fernando Valley grazie agli “affitti bassi e all’accesso al settore cinematografico mainstream“.
Nel 1999 mentre i film tradizionali crollavano del 13%, la produzione dei film per adulti salì del 25%. Un boom a cui contribuì la fine dell’epoca del videonoleggio e l’arrivo di internet. Fu l’esplosione dell’industria.
Mark Spiegler è il più noto agente di pornostar. Attualmente lavora con 25 ragazze, tra le più note del mondo. Come Asa Akira, Bobby Starr, Kimberly Kane. Spiegler nel 2016 ha fatturato il 44% in più dell’anno precedente, come ha dichiarato in una recente intervista. Un dato che dimostra come il porno non sia affatto in crisi, ma cresce ogni anno.
Il tramonto del dvd e del videonoleggio è stato sostituito dalla rete. I siti più visitati, da YouPorn a PornHub, pubblicano ogni giorno centinaia di video, spesso gratuiti. Così, anche il mercato dell’hard è cambiato radicalmente. I guadagni non avvengono vendendo i video, ma con la pubblicità e il traffico dati. Chi prima produceva dvd oggi detiene il controllo e la proprietà dei grandi portali. La Manwin è un colosso internazionale che oltre ad essere partner di Playboy è anche proprietaria delle maggiori produzioni americane come Bruzzers e Digital Playground. Ma alla Manwin fanno capo anche Extreme Tube, Tube8, Pornhub e YouPorn, il più famoso e cliccato di tutti. Così le grandi case di produzioni hanno giocato d’anticipo, avendo intuito la rivoluzione che internet avrebbe rappresentato.
Una buona attrice può guadagnare almeno 100mila dollari ogni anno. Le grandi star come Sasha Gray, tra le più pagate, fatturano milioni. Le altre percepiscono almeno 1.000 dollari per ogni scena. Le tariffe variano in base alla prestazione. Le più estreme sono le più redditizie. Il sesso anale è pagato 1.200 dollari. E la tariffa sale con le doppie penetrazioni o le orge. Poi ci sono gli introiti che provengono dai siti internet di ogni attrice, le serate a cui partecipano, i meeeting, gli incontri privati.
Kaiden Kross è un delle star dell’hard. Laureata in Scienze Politiche, ha dichiarato di aver scelto il mondo dell’hard perché le piace il sesso, ma anche perché lascia molto tempo libero alla vita privata. Quando non gira film, scrive racconti per il suo blog. Oggi è milionaria e vive in una delle zone più cool di Los Angeles.
James Deen è uno degli attori più affermati del mondo. Ha girato 4mila scene con oltre 3.500 ragazze. Dalla sua villa con piscina Los Angeles, gestisce l’impero che ha creato. Monta i video amatoriali che gira nella sua casa e poi carica sul suo sito a pagamento.
Nel 2013 il mondo dell’hard si è fermato per la terza volta in un anno per via di una moratoria sollevata dagli addetti ai lavori dopo l’ennesimo caso in cui un performer è risultato positivo al test dell’Hiv. Nel 2012 il Los Angeles City Council aveva approvato un’ordinanza, poi abrogata, con la quale si rendeva obbligatorio l’uso del preservativo per i pornoattori. Ha fatto discutere il caso di Darren James che era arrivato al culmine della carriera, con centinaia di film girati, quando ha scoperto di essere sieropositivo. L’attore ha dichiarato di essersi trovato, da un momento all’altro, totalmente solo, abbandonato da tutti. Perché dal pregiudizio e dallo stigma non sono immuni neanche gli ultra liberal made in Usa.
Da Los Angeles: Marc S. Harrison | Traduzione: Annalisa Maiorino