Provate ad unire batucada e noise, samba ed elettronica, i suoni tribali con la techno. I Ninos du Brasil sono questo e molto altro. Nata nel 2012, la band tribal-punk è un progetto musicale di Nico Vascellari, considerato nel mondo uno degli artisti visivi più importanti della sua generazione, e Nicolò Fortuni degli Smart Cops. Il duo che sta a cavallo tra la musica e l’installazione artistica ha pubblicato nel 2012 il primo album Muito N.D.B. e, nel 2014, Novos Mistérios uscito per l’etichetta di culto Hospital Production. Nel mese di ottobre 2016 si sono esibiti a Milano per una speciale Boiler Room dedicata a The Italian New Wave, il progetto di Xplosiva e Club To Club che dal 2011 promuove la nuova creatività musicale italiana nel mondo. Sul palco sono saliti con Petit Singe, Dave Saved e Not Waving. I loro live riescono a condensare le parate carnevalesche di Bahia con la fisicità dei concerti hardcore e dei party techno. Da pochi giorni hanno annunciato l’uscita di Vida Eterna (dal 15 settembre), e venerdì 7 giugno li vedremo sul palco di Villa Aperta 2017 (leggi qui il programma), il festival dell’Accademia di Francia – quest’anno diretto da Cristiano Leone – che l’8 e il 9 giugno vedrà affiancare l’arte visiva a dieci concerti e dj set, nel suggestivo scenario di Villa Medici a Roma.
Nell’attesa di vederli (e ascoltarli) sul palco insieme ad altri artisti del calibro di Keziah Jones, The Avener, Ofenbach, Golden Bug & Desilence, noi li abbiamo incontrati e in questa intervista si raccontano.

L’intervista | Ninos du Brasil

Il prossimo 15 settembre esce il vostro terzo album: Vida Eterna. Cosa ci dobbiamo aspettare e in cosa sarà diverso dai due precedenti?
Vida Eterna è un album che prende ispirazione dai vampiri, dalle creature e dalle vite notturne. Il suono, che man mano si è sviluppato e definito attraverso una sorta di “crescendo”, a partire dai due album precedenti, è effettivamente più oscuro e racchiude in sè un rituale, una festività dal finale misterioso ed inaspettato. A livello di suono, la componente propriamente elettronica è forse maggiore, rispetto ai due lavori precedenti, ma non mancano gli interventi tipici di Ninos Du Brasil, fatti di percussioni su lamiere, ciarpame, qualunque cosa trovassimo in giro e che avesse un sound accattivante per noi. La ricerca di sonorità, in Vida Eterna, è stata particolarmente estenuante ma molto fruttifera.

Vida Eterna è una produzione Tempesta e Hospital Productions, etichetta di culto di New York. Dove lo avete registrato e come è nato?
L’idea di questo disco è nata circa due anni fa. Siamo andati in provincia di Lecce, dove abbiamo unito le nostre forze a quelle di Rocco Rampino (il produttore del disco a tutti gli effetti) e di Peppe Petrelli, che si è occupato interamente del mixaggio. Sono stati giorni molto produttivi. E’ stato molto stimolante poter lavorare con loro e poter condividere idee, scolpire intarsi ritmici su fitte basi di synth, di chitarre impazzite, di parti ambient oscure e trascinanti. A completamento di tutto questo processo, abbiamo anche fatto una tappa a Bassano, da Maurizio Baggio, nostro produttore per i due album precedenti. Insieme a lui abbiamo arricchito ulteriormente le tracce di percussioni e abbiamo steso alcune fondamentali parti vocali. Tutto il lavoro è durato circa un anno abbondante, finché tutti abbiamo approvato e decretato in maniera unanime la soddisfacente riuscita di quello che sarà Vida Eterna.

Cosa vedremo e cosa ci farete ascoltare il 9 giugno a Villa Aperta 2017?
Il 9 giugno, oltre ad una rassegna dei pezzi che abbiamo portato in giro durante questi anni, vi daremo una piccola anteprima del disco di prossima uscita. E’ una bellissima sfida, per noi, l’idea di poter mixare tracce più propriamente carnevalesche, insieme a tracce più oscure.

C’è un artista, un movimento o un periodo musicale da cui vi sentite maggiormente influenzati?
Sicuramente sì. Entrambi veniamo da un comune background, che è il punk/hardcore che va dalla fine degli anni ’70 e cavalca tutti gli ’80. Da qui ognuno di noi ha preso diverse sfumature, ma siamo sempre imprescindibilmente legati alla decade sopracitata.

Siete considerati dalla critica uno dei progetti meglio riusciti del panorama underground italiano. Quanto vi lusinga o quanto vi pesa questa considerazione, a poche settimane dall’uscita del nuovo Lp?
Siamo certamente lusingati da ciò. Siamo altrettanto curiosi e impazienti nel capire come l’album “Vida Eterna” verrà recepito ed accolto dalla critica. E’ un lavoro in cui crediamo molto e, di cui, siamo molto soddisfatti.

Con il format di Club To Club Festival “The Italian New Wave”, avete partecipato all’ultimo Salone del Libro di Torino. Che esperienza è stata e che atmosfera avete trovato?
L’atmosfera è stata decisamente positiva, l’organizzazione impeccabile. Siamo stati felici di rivedere amici e promoters dell’Italian New Wave, che ha proprio sede a Torino. E’ stato altrettanto bello poter dividere il palco insieme a Bombino che, quella sera, ha fatto un concerto a dir poco strepitoso.

Cosa rappresenta per voi “The Italian New Wave?”
ITNW per noi è una famiglia. Una bella famiglia. Una di quelle numerose, composte da parenti vicini e lontani con cui non ti vedi molto spesso, per via delle distanze. Ma ogni volta che ci si incontra, che sia un festival, un concerto o semplicemente seduti a tavola, si crea subito un’atmosfera rilassata, propositiva, impegnata ma a tratti leggera ed allegra.
Anche se non è tangibile, si crea un legame tra i vari artisti, un filo invisibile, fatto di rispetto reciproco e supporto. E’ una bellissima sensazione.

Con il vostro secondo LP Novos Mistérios avete collaborato con Luigi Ontani e Mimmo Calopresti. Ci sarà un prosieguo? Ce ne saranno delle altre?
Certo. Ci saranno altre nuove collaborazioni, ma ancora non possiamo rivelarci.

Cosa pensate dei talent show e dell’attuale mercato discografico italiano?
Non seguiamo i Talent Show, quindi non possiamo pronunciarci in merito.
Per quanto riguarda invece il mercato italiano siamo pronti a dire che finalmente, dopo alcuni anni difficili, gli artisti italiani sono di nuovo riconosciuti, sia in Italia che all’estero. I nomi degli artisti girano e la cosa ci fa ben sperare, sia in termini di vendite di dischi che in termini di partecipazione a Festival nazionali e non.
E’ davvero un buon periodo per l’Italia e ci auguriamo che vada sempre meglio.

Se vi chiedessi un artista, un nome italiano ed uno internazionale che stimate?
Donato Epiro.
Dominick Fernow.

Info:
Ninos du Brasil su facebook
Villa Aperta 2017
Villa Aperta 2017 su FACE Magazine.it