E’ ancora orrore in Cecenia per le persone omosessuali. Come nel 2017, il mondo tace sulla follia del leader ultraconservatore Ramzan Kadyrov, protetto dalla Russia di Putin. Almeno 40 persone sono state torturate e tre uccise, in un nuovo pogrom anti-gay che arriva dopo quello di due anni fa quando un centinaio di uomini gay, tra cui molti adolescenti, sono stati arrestati e torturati con scosse elettriche. Lo racconta il Guardian, ripreso dal giornale russo di opposizione Novaya Gazeta.
Il network Lgbt russo (Russian Lgbt Network), una Ong con sede a San Pietroburgo, sta raccogliendo fondi per riuscire a far scappare dalla Cecenia quanti più omosessuali e persone trans e queer possibile. Il sito per donare è disponibile QUI. L’ong russa conferma le detenzioni di massa, le torture e persino i morti e ha annunciato che da pochi giorni ha iniziato a evacuare le persone colpite.
Un appello di Change.org chiede la fine di questo scempio disumano. La petizione è diretta ad Enzo Moavero Milanesi, Giuseppe Conte, Federica Mogherini. In 612 mila hanno già firmato. Per sottoscrivere l’appello clicca qui.
Nel 2017, i sopravvissuti alla repressione raccontarono gli orrori di questi nuovi lager nel cuore d’Europa. La comunità europea e internazionale si sconvolse, ma poco o nulla è stato fatto. Secondo la Ong russa, la nuova ondata di repressione è cominciata a dicembre, dopo l’arresto dell’amministratore di un gruppo online per incontri tra persone Lgbt. Dal suo cellulare, la polizia è risalita ad altri uomoni, dando il via ad un vero e proprio caccia al gay. Il lager si trova nella città di Argun, ma anche a Grozny, i prigionieri sono senza documenti, in modo che non possano lasciare il paese. Le vittime confermano anche l’informazione che la tortura è diventata più brutale e sofisticata. È noto che non solo gli uomini subiscono torture, ma anche le donne. I detenuti vengono picchiati e violentati con bastoni elettrici. Gli uomini vengono rasati e vestiti con abiti femminili. “Non siamo stati nutriti. A volte davano acqua, acqua sporca dopo aver lavato il pavimento”, ha affermato uno di quelli che sono riusciti a lasciare la Cecenia.
La rete LGBT russa sta cercando di aiutare tutti coloro che richiedono assistenza e ha attivato l’email: kavkaz@lgbtnet.org . Da aprile 2017, la rete LGBT russa ha evacuato circa 150 persone dalla regione e oltre 130 hanno lasciato la Russia.
Info – fonti: www.lgbtnet.org