La Redazione

Pochi posti disponibili, precarietà e poca attrattività: sono questi alcuni dei motivi che negli ultimi anni stanno portando sempre più studenti e professori a spostarsi al Nord, in cerca di università migliori e di cattedre disponibili.

Nonostante ciò, sono in molti a sognare un ritorno nella propria regione d’origine. Un ritorno però difficoltoso, ostacolato dall’insufficienza di posti vacanti e dalla poca richiesta di docenti.

Sempre più docenti al Nord

Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto: è qui che si trasferiscono i docenti del Sud in cerca di una cattedra. Un percorso quasi obbligatorio per chi vuole fare dell’insegnamento un mestiere, ma un percorso a volte duro e doloroso, che comporta rinunce e sacrifici.

Sacrifici però necessari, in quanto ottenere il trasferimento della provincia o nella regione di origine è ormai difficilissimo a causa del numero spropositato di domande rispetto ai posti realmente disponibili.

Leggendo i dati sui trasferimenti dell’anno scolastico 2022/2023, infatti, è chiaro come domanda e offerta non siano in equilibrio: di tutti i docenti che hanno fatto richiesta, solo 49.891 sono riusciti a ottenere il trasferimento, pari al 55,8% del totale.

Come fermare la fuga di professori e studenti

Per risolvere il problema dei trasferimenti è necessario però fare un passo indietro, tornando ai motivi che spingono i docenti a emigrare al Nord. Se ci fossero condizioni lavorative migliori, strutture adeguate, più posti disponibili per lavorare nelle scuole e nelle università, i docenti del Sud Italia rimarrebbero nella propria regione d’origine, senza l’esigenza di spostarsi per poi richiedere un nuovo trasferimento.

Discorso analogo per gli studenti, costretti a emigrare al Nord per poter frequentare università migliori e più all’avanguardia. Per questo motivo è necessario aumentare l’attrattività degli atenei del Sud, adeguando e modernizzando gli spazi, offrendo borse di studio e abbassando le tasse universitarie.

Nell’attesa, studenti e professori possono ricorrere però a una valida soluzione: le università online. Queste ultime, infatti, permettono di lavorare e studiare comodamente da casa, senza il bisogno di trasferirsi in un’altra regione. Sul sito ateneionline.it è possibile trovare la classifica delle università telematiche migliori in Italia, tutte riconosciute dal MIUR, e in grado quindi di rilasciare titoli equivalenti a quelli delle università “tradizionali”.

Affitti alle stelle

Se la questione degli affitti delle case sembrava riguardare solamente gli studenti fuorisede, con la fuga dei professori al Nord è diventato un problema di giovani e lavoratori, alle prese con costi sempre più alti.

Secondo uno studio di Immobiliare.it Insights, infatti, se prima i lavoratori potevano permettersi l’affitto di un intero appartamento, ora la situazione è cambiata, tanto da costringere moltissimi a ripiegare sulle stanze singole. Per questo motivo i prezzi si sono alzati ulteriormente, arrivando a una media di 628 euro al mese a Milano, 467 euro a Bologna e 452 euro a Roma.