Chi pensa che gli hippie siano solo un fenomeno degli anni ’60 e inizi ’70 si sbaglia. Gli hippie di oggi hanno semplicemente lasciato le città per vivere in ecovillaggi e si riuniscono per festival annuali. In America dove la controcultura è nata, da San Francisco a Seattle, cresce la voglia di meditare, vivere e ballare, nudi e felici, condividendo spazi in moderne comuni o villaggi dove tutto è rigorosamente bio e a chilometro zero.
Ieri come oggi gli hippy rifiutano le dinamiche del capitalismo contemporaneo, mentre si perdono in danze estatiche o si dedicano all’arte visuale, alla meditazione, allo yoga, al sound healing (la guarigione con la voce e con il suono).
Mystic Garden, Rainbow Gathering e Electric Forest e – su tutti – il Burning Man sono alcuni dei festival più amati dai nuovi hippie d’America. Dal nord al sud, resistono i vecchi e nuovi quartieri, dall’Oregon alla California. Ma anche l’America più profonda non resta a guardare. Così come resiste lo storico quartiere di Haight-Ashbury a San Francisco.
Psichedelia e voglia di natura, pace e amori (spesso) condivisi. La nuova cultura hippy vede il demonio in Donald Trump e nel sistema bancario. Il lavoro che aliena e lo sfruttamento, i nemici di sempre.
Il fotografo Steve Shapiro ha ben raccontato attraverso i suoi scatti la cultura hippie. In una recente intervista ha affermato: “Nel 1967 ho fotografato Haight-Ashbury per un pezzo intitolato “Hippies and Indians” per Life. San Francisco era “la città psichedelica” per eccellenza. Sembrava che tutti non pensassero ad altro che droghe e avventure amorose occasionali. Le band del Filmore West [Grateful Dead, Jefferson Airplane, The Doors, e Janis] erano delle icone e tutta questa musica eccezionale è rimasta ancor oggi. A differenza degli hippie del passato, però, la generazione attuale è più incline ad utilizzare la meditazione, la preghiera e la danza estatica per entrare in stati di coscienza alterata, piuttosto che allucinogeni. C’è anche una maggior consapevolezza riguardo alla salute del proprio corpo, ottenuta attraverso una dieta vegana o crudista”.
“Mentre mi trovavo all’Haight – continua Steve Shapiro – ciò che contava era guardare chi si esibiva, ma a questi festival trasformazionali ci si concentra molto di più sulle danze collettive e l’atmosfera, le vibes del gruppo. Chi guarda le mie foto? Spero che comprendano il valore della vita“.