Il trio salentino Plants Dub trasforma le vibrazioni delle piante in musica. “Music from the trees” è il loro primo album.
Lo scambio musicale uomo-pianta è l’anima di un progetto che arriva dal Salento e materializza le melodie prodotte da specie vegetali, trasformando gli impulsi elettrici delle piante in suoni, poi arrangiati in studio. Plants Dub nasce in Puglia, fondato da Francesco Andriani De Vito aka Dubin, dalla storica dell’arte Maria Teresa Santoro e dal produttore dub Andrea Presicce aka NoFinger Nails.
Non tutti sanno che le piante emettono suoni e frequenze non percepibili dall’orecchio umano, dovute alla circolazione di liquidi e acqua raccolta dalle radici. Utilizzando un sintetizzatore, Plants Dub capta questo ritmo naturale e lo trasforma in musica.
“Music from the trees” è l’album di debutto del trio salentino, appena uscito in cd, vinile e digitale, prodotto dalle etichette CGS e Pregnant Void, con il sostegno di Puglia Sounds Record 2019. Plants Dub presenta, in questo primo album, cinque tracce in cui le melodie vegetali si sovrappongono a ritmi dub appositamente composti. “Music from the trees” è il risultato di una ricerca durata due anni: lo studio della vita delle piante è stato il campo d’indagine tra scienza, filosofia e poesia, in una sintesi preziosa di musica elettronica e bioacustica.
Come è nato il progetto Plants Dub?
Due anni fa, Maria Teresa stava conducendo delle ricerche in ambito artistico sul campo vegetale, si è soffermata su un dispositivo che permette di tradurre gli impulsi elettrici delle piante in suono; dopo aver visionato alcuni video che mostravano il suo funzionamento abbiamo deciso di testare questo dispositivo e sperimentarne le potenzialità.
Nello stesso tempo abbiamo iniziato a documentarci sui diversi studi che da qualche anno indagano l’intelligenza delle piante e sulle riflessioni di natura filosofica e poetica sul rapporto tra le piante e gli esseri umani.
E’ nata così l’intenzione di dare vita ad un progetto interdisciplinare che riguardasse la sperimentazione musicale in sé e che allo stesso tempo affrontasse argomenti di natura teorica ed estetica.
Siete un collettivo composto da una storica dell’arte, un dj e un producer dub. Tre percorsi professionali piuttosto differenti: come si incontrano e cosa vi unisce?
Ci accomuna la curiosità di indagare diversi ambiti artistici al di là di quelli di provenienza, la musica, l’arte contemporanea, il teatro di avanguardia, sono interessi che coltiviamo personalmente; i nostri diversi punti di vista dati proprio da una formazione differente, contribuiscono ad una visione multisfaccetata dei risultati delle nostre sperimentazioni.
Lavoriamo per interscambi di competenze cercando di dar vita a una piattaforma di ricerca ibrida tra musica, arte e scienza.
Come vi definite: un progetto musicale, un collettivo di arte e ricerca botanica?
Collettivo è in effetti l’aggettivo che meglio ci definisce.
A seconda delle nostre competenze curiamo la parte musicale (Francesco e Andrea) e l’aspetto concettuale e visivo (Maria Teresa).
Curiamo diversi aspetti senza tralasciare le nostre collaborazioni con professori di biologia, esperti in botanica, fotografi e registi ad esempio. Definiremmo attualmente il tutto come un collettivo artistico aperto alle collaborazioni.
Usate dispositivi appositi per realizzare la vostra musica? Come riuscite a tradurre in suono gli impulsi delle piante?
Per la realizzazione del nostro primo album appena pubblicato “Music from the trees” abbiamo utilizzato un dispositivo che, collegato tramite due elettrodi alle radice e alle foglie, ci ha permesso di captare gli impulsi elettrici della pianta dovuti al passaggio linfatico e tradurli in codice MIDI a cui poi abbiamo assegnato diversi suoni da noi prodotti in studio seguendo i principi della bioacustica.
Il dispositivo utilizzato si trova in commercio ed è prodotto dall’azienda Music of the Plants.
Il brano Phoenix Canariensis lancia il progetto sulle piattaforme digitali. Dove è stato inciso e come lo avete realizzato?
Phoenix canariensis è il brano che abbiamo lanciato prima della pubblicazione del disco “Music from the trees”. Per un lungo periodo abbiamo ascoltato le vibrazioni di diverse specie vegetali fino a quando non ci siamo imbattuti in una piccola palma in vaso della specie canariensis; a differenza di altre piante questa palmetta ha dimostrato incredibilmente maggiore reattività e disponibilità nella comunicazione sonora tanto da indurci a realizzare un brano che è stato registrato nello studio di Andrea (No Finger Nails Studio). Dopo poche sessions la pianta ha iniziato ad andare a tempo sul ritmo che le avevamo appositamente creato, è stata una grande emozione.
State collaborando con il dipartimento di scienze e tecnologie biologiche e ambientali dell’Università del Salento. In che modo?
Uno dei nostri primi dubbi, appena iniziata la sperimentazione, è stato quello di capire se stessimo procedendo per suggestione o se ci fossero delle basi scientifiche che convalidassero la ricerca, ci siamo così rivolti al Prof. Marcello Lenucci docente di Botanica Generale che ha accolto con entusiasmo quanto stessimo realizzando e ci ha permesso di portare avanti anche degli esperimenti scientifici nel suo laboratorio.
Vi esibite con performance incentrate sull’interazione uomo-pianta. Cosa significa e dove vi potremo ascoltare?
È già da un po’ di mesi che ci esibiamo con dei live set interspecie in cui realizziamo musica con melodie generate direttamente dalle piante; ogni volta è un’esperienza diversa, proprio perché le piante che utilizziamo di volta in volta, creano delle partiture differenti a seconda del luogo, delle energie delle persone.
L’esperimento sta tutto lì! Capire come la pianta reagisce a seconda delle dinamiche sociali ed ambientali e come noi da un punto di vista tecnico-musicale riusciamo a rendere questa interazione.
Per la presentazione del nostro album ci siamo esibiti al MUST – Museo Storico Città di Lecce, saremo ancora al Teatro Astragali, poi al Museo Comunale di Brindisi ed in altri luoghi. Stiamo al momento valutando collaborazioni anche all’estero.
So che state lavorando a nuove produzioni musicali con altre specie botaniche e avete altri progetti in cantiere. Qualche anticipazione per i nostri lettori?
Siamo concentrati sulla promozione di “Music from the trees” un album di cinque tracce con melodie di alberi registrate in Salento in diversi luoghi e periodi. Tra le varie specie abbiamo incluso una quercia secolare ed un albero di ulivo estremamente vitale nonostante fosse infetto dalla xylella, un batterio che sta devastando irrimediabilmente il nostro territorio caratterizzato da ulivi meravigliosi.
Nei nostri programmi futuri c’è anche la realizzazione di installazioni e la creazione di un archivio digitale di ritmi naturali che possano restituire l’infinita varietà della biosfera, ma per questo, c’è ancora tempo e molto lavoro da fare.
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Di Mauro Orrico
Salentino di origine, romano di adozione, è laureato in Scienze Politiche (La Sapienza) con Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Ha lavorato per Rai3 e La7d. Da 12 anni è anche organizzatore di eventi di musica elettronica e cultura indipendente. Nel 2014 ha fondato FACE Magazine.it di cui è direttore editoriale..